Trio Medusa: “Girammo un programma con Sgarbi, ma non è mai andato in onda”
Il Trio Medusa è intervenuto al podcast Tintoria: “Girammo una settimana con lui, ma una volta montato il materiale non l’ha mai mandato nessuno, perché non si poteva mandare in onda”
“Girammo un programma con Sgarbi ma non è andato mai in onda”. La rivelazione arriva dal Trio Medusa, intervenuto al podcast Tintoria. “Arrivò Fox e noi eravamo testimonial. Ci chiesero di fare una trasmissione e ci dicemmo: ‘perché non la facciamo con Sgarbi?’. Girammo una settimana con lui, ma una volta montato il materiale non l’ha mai mandato nessuno, perché non si poteva mandare in onda”.
Il progetto era successivo ai celebri scontri avvenuti ai tempi de Le Iene. Anzi, giocavano proprio sul rapporto contrastante tra il trio e il critico d’arte. “Era ancora assessore alla cultura del Comune di Milano”, ha ricordato Gabriele Corsi. “Abbiamo dieci minuti di grandissima televisione che non vedrete mai, tutto documentato. C’era la parola ca**o ripetuta 60 mila volte”. Il riferimento è ad un’opera dello scultore Pietro Cascella raffigurante un fallo, su cui si scatenò una serie infinita di doppi sensi, involontari e non, con lo stesso Sgarbi.
Il Trio Medusa ha quindi ricordato il primissimo faccia a faccia avvenuto l’attuale sottosegretario: “Fu assolutamente casuale. Andammo a fare un servizio per la tessera sulla donazione degli organi che non cagava nessuno. Andammo dai parlamentari e scoprimmo che nessuno sapeva niente. Lui ci chiese chi fossimo, gli dicemmo che eravamo lì per parlare della donazione degli organi e ci rispose: ‘siete dei donatori di buco di culo’. Una chicca, non venne mai montata”.
Da lì in poi partì un lunghissimo rapporto di odio e amore: “Andava fuori di testa perché facevamo la risata. Poi Giorgio lo indispettiva perché aveva un orecchio a sventola […] Incominciammo a studiarlo, capivamo esattamente il momento in cui perdeva le staffe. Se gli stai vicino e gli fai le domande, vedi la vena sul collo che pulsa”.
L’apice venne toccato da quell’insulto – “culattoni raccomandati” – che divenne un brand. “Era il periodo in cui si parlava dell’intervento armato in Afghanistan. Andammo a chiedere se i politici avessero svolto il servizio militare. Scoprimmo che non ce n’era uno che l’avesse fatto. Sgarbi diede dei ‘culattoni raccomandati’ a chi aveva svolto il servizio civile. Andammo da tutte le persone che facevano assistenza a disabili e si annunciarono dicendo ‘siamo dei culattoni raccomandati’. Lui ammise di aver perso”.