La suddivisione in due parti di The Crown 6, sesta e ultima stagione della serie tv più famosa di sempre di Netflix, è stata voluta sì per aumentare l’hype verso il gran finale di una saga familiare e reale che ha conquistato il pubblico di ogni angolo del mondo, ma anche per marcare una netta divisione all’interno della stagione stessa, che in questi ultimi dieci episodi ha dovuto ricostruire uno degli eventi (se non l’evento) più attesi al pubblico e capace di toccarne le corde emotive.
The Crown 6 Parte 1, recensione
La morte di Lady Diana Spencer era una tappa più che obbligatoria per Peter Morgan, creatore di una serie tv che ha sempre saputo trovare il giusto equilibrio tra la narrazione dei fatti realmente accaduti e la consapevolezza di essere di fronte ad un’opera di finzione.
L’unico modo per affrontare questo episodio, diventato nella realtà una tragica pagina di Storia del Regno Unito e non solo, era “staccarsi” da The Crown. Ecco che, allora, la decisione di dividere la sesta stagione in due parti, e fare in modo che la Parte 1 si focalizzasse su quell’estate del 1997 e sul suo tragico epilogo, serve a dedicare alla pagina dedicata a Diana uno spazio esclusivo.
A vedere la Parte 1 di The Crown 6, in altre parole, si ha l’impressione di non assistere davvero a The Crown, ma a un suo spin-off o, per usare un termine ancora più tecnico, un backdoor pilot. Termine, questo, che indice quegli episodi realizzati all’interno di una serie tv per “testare” nuovi personaggi che potrebbero diventare protagonista di una serie tutta loro. E il personaggio di Lady Diana, che di test di questo tipo non avrebbe affatto bisogno, sarebbe stata la perfetta protagonista di una miniserie spin-off di The Crown.
A dimostrarlo l’interpretazione di Elizabeth Debicki, che già ci aveva convinto nella quinta stagione e che continua a lasciarci senza parole sia per la somiglianza alla vera Lady D che per il lavoro da lei fatto per portare sullo schermo una donna eternamente insoddisfatta e vittima dei suoi stessi sogni. La sua Diana ha la potenza e la capacità di reggere non uno, ma ben tre episodi consecutivi, in cui le altre figure centrali di The Crown quasi scompaiono.
Morgan ha insomma rispettato la regola per cui tre è il numero perfetto: tanti episodi sono bastati per chiudere l’arco narrativo di Lady Diana e permettere a The Crown 6 di tornare sui binari su cui ha corso in tutti questi anni solo a cominciare dal quarto episodio.
Quello che vediamo in questa prima parte è dunque solo un assaggio di quello che sarà il gran finale della saga tv dei Windsor. Una saga di cui sappiamo già tutti, a maggior ragione in una stagione che, cronologicamente parlando, è sempre più vicina al nostro presente.
Conosciamo già il futuro di quei due ragazzini svegliati all’alba da un padre capace di passare dalla “guerra” all'”alleanza” con l’ex moglie (il personaggio di Carlo adulto continua a essere quello che desta più perplessità, a cominciare dalla scelta di Dominic West per interpretarlo), così come quello della futura compagna di colui che, qualche mese fa, è stato incoronato nuovo Re d’Inghilterra.
Quello che resta da fare a The Crown è, allora, accompagnare il pubblico verso una conclusione in cui non conta più tanto la scoperta di cosa accadrà, ma l’omaggio che va reso alla sua protagonista, personaggio talmente unico nel mondo delle serie tv da aver reso necessarie tre interpreti e sei stagioni per raccontarne la vita. E il finale, in fondo, è già stato “spoilerato” da una battuta sentita nel secondo episodio: “Ci mancherà terribilmente quando non ci sarà più”.