“Ho visto lei che bacia lui, che bacia lei, che bacia me“, è tempo di fluidità, anche nella tv lineare. Il piccolo schermo, più frammentato che mai, ormai si muove come un territorio senza confini, dove commistioni, influenze e scambi sono all’ordine del giorno.
Fabio Fazio, fresco di addio (non senza polemiche) dalla Rai, su Nove concede grande spazio ai prodotti della tv pubblica, ospitando settimanalmente Simona Ventura (Citofonare Rai2 e Ballando con le stelle) e Francesco Paolantoni (Tale e quale show). Recentemente nel suo salotto è andata in scena la celebrazione di Vincenzo Mollica, giornalista simbolo della tv di Viale Mazzini. Che tempo che fa è anche vetrina dei programmi di Tv8, diretto competitor di Nove. Nella prima puntata, per dire, è stato lanciato il ritorno in onda di Gialappa’s Show.
Fiorello, evidentemente primus inter pares, fa quello che gli pare ormai da anni. Anche a Viva Rai2: ieri ha scherzato sull’arrivo di Corrado Augias sui canali di Urbano Cairo, anticipato da TvBlog. “Su La7 ormai c’è solo cultura. Se n’è andato anche Augias, stanno tutti lì. Augias, Gramellini, Barbero, Cazzullo. Appena metti su La7 ti arriva una laurea a casa“. Poche ore dopo la reazione di La7, che sui social ha sottoposto al comico una pergamena “dall’Università La7” con su scritto “solo per aver guardato La7…laurea per Rosario Fiorello” e allegato il messaggio: “Ci mandi un recapito o passi a prenderla?“. Stamattina Fiorello ha commentato: “Ho trovato mia figlia che guarda La7…ma cosa fai? Guardi La7? Sto studiando!’, mi ha risposto (…) Guardate La7 cosa mi ha mandato, a me! Ormai è talmente di cultura che Urbano Cairo che pubblica la Gazzetta della sport, la pubblica di nascosto“.
L’abbattimento degli steccati televisivi, favorito evidentemente dalla flessibilità del mercato (contratti non in esclusiva), non è ancora completo e definitivo, perché non ha raggiunto una totale omogeneità e perché talvolta è praticato secondo logiche di ripicche e beghe aziendali, che mirano soprattutto a indebolire il ‘nemico’ interno. Ad oggi l’elemento decisivo resta la forza del personaggio televisivo. Insomma, non tutti sono Fiorello e Fazio.