Piazzapulita, Sgarbi si difende sulle consulenze retribuite: “Io pagato solo da aziende private”
Sgarbi sceglie Piazzapulita per difendersi dalle accuse per le conferenze e consulenze retribuite: “Non c’è un solo sindaco che mi abbia chiesto di fare qualunque attività a pagamento”
Al centro delle polemiche da tre giorni, Vittorio Sgarbi sceglie Piazzapulita per mettere in pratica la sua linea difensiva. Il critico d’arte e attualmente sottosegretario alla cultura è accusato di aver tenuto nell’ultimo anno conferenze, inaugurazioni e consulenze retribuite. Ospite in studio, Sgarbi è letteralmente protagonista di un uno contro tutti, dovendo far fronte alle domande di Peter Gomez, Gianfranco Pasquino, Alessio Lasta e lo stesso Corrado Formigli.
Al sottosegretario viene contestato il conflitto di interessi, vietato dalla legge 215 del 2004. “Si pone un problema di opportunità”, osserva il conduttore. “Mettiamo che un Comune ti inviti per inaugurare un museo o una mostra. Tu vai lì e prendi un cachet. Poi, sei mesi dopo, il sindaco di quel Comune fa un’iniziativa per la quale chiede il patrocinio o fondi al Ministero e il Ministero glieli dà. Sono autorizzato a pensare che in questa maniera gli possano essere stati restituiti i soldi?”.
Sgarbi non si scompone e ribatte: “Non c’è un solo sindaco che mi abbia chiesto di fare qualunque attività a pagamento. Io sono pagato sempre da aziende private. Non esiste un mio piacere ad un sindaco e nemmeno a me stesso. Il conflitto sorge quando chi adotta un atto di governo, che non ho mai adottato, compie quella scelta perché comporta un effetto specifico sulla sua sfera patrimoniale. Non ho fatto nulla di tutto questo”. Quindi spiega i motivi delle retribuzioni: “Non devo difendermi, è semplicemente il compenso per ciò che ho fatto per tutta la vita. Io racconto l’arte, sono Sgarbi da più di quarant’anni. Non sono sottosegretario perché qualcuno mi ha indicato, ma perché sono Sgarbi“.
Il confronto è serrato, tuttavia non si sfiora mai la rissa verbale: “Non tutti i compensi sono uguali – obietta Gomez – va valutato caso per caso. È stato il ministro Sangiuliano a dichiararsi indignato. La norma parla chiaro, mi pare evidente che ci siano dei problemi. Quando uno decide di fare politica sa che avrà degli onori ma anche degli oneri maggiori agli altri cittadini. In uno stato liberale ci sono regole che si mettono per evitare un conflitto di interessi che è sempre potenziale. Sgarbi come privato cittadino poteva fare liberamente quello che faceva. Oggi non è più un privato cittadino”.
Sangiuliano, evocato a più riprese, appare in un servizio. E dopo una lunga e silenziosa fuga dall’inviata del programma, il ministro decide di dire la sua sulla vicenda: “Avevo ricevuto una documentazione e l’ho trasmessa all’Antitrust. Sarà l’Antitrust a farmi sapere nel merito, ci sono organismi preposti a questo. Se sono veri questi comportamenti, sarebbero gravi per quella che è la mia valutazione“.