I Leoni di Sicilia, l’ambizione secondo Genovese, Leone e Riondino (Video)
Regista ed attori analizzano il tema dell’ambizione vissuta dal protagonista, in un’ottica di visione di un futuro migliore
Tra le varie lenti con cui può essere vista I Leoni di Sicilia, la serie tv disponibile su Disney+ da mercoledì 25 ottobre 2023, c’è anche quella dell’ambizione e dei suoi rischi. Proprio come il libro di Stefania Auci da cui è tratta, la serie mostra al pubblico il percorso compiuto dagli uomini della famiglia Florio per migliorare la propria condizione, alimentato dall’ossessione della riconoscibilità a livello sociale.
L’ambizione è, insomma, un elemento chiave di tutta la serie: ma come l’hanno vissuta i protagonisti e colui che li ha diretti? In occasione del lancio della serie avvenuto alla Festa del Cinema di Roma, Paolo Genovese, Michele Riondino e Miriam Leone hanno commentato il carattere ambizioso di Vincenzo e Giulia nel corso degli episodi.
“Ho molto amato l’ambizione di Vincenzo Florio”, dice subito Genovese. “La sua visione l’ha portato all’innovazione, non si ferma quando qualcuno gli dice che quello che sta facendo è sbagliato, perché ha la consapevolezza che se qualcuno lo contrasta non vuol dire che la sua visione sia sbagliata, ma solo che gli altri non hanno avuto la sua stessa visione”.
Una situazione in cui si ritrovano spesso coloro che lavorano nel mondo dello spettacolo:
“Noi che facciamo un lavoro artistico non possiamo non identificarci in questo: la visione di qualcosa che sia differente dal già fatto è fondamentale. Anche Giulia ha una visione differente, vuole cambiare il ruolo che gli altri vedono per lei”.
A questo proposito, Leone racconta la visione che ha avuto di Giulia:
“Vive il senso di ingiustizia in una società patriarcale: si chiede da sempre perché lei non possa scegliere rispetto al fratello. In lei più che ambizione c’è una nuova visione del mondo”.
Differente il discorso per Vincenzo che, come dice Riondino, fa dell’ambizione la sua caratteristica principale:
“Vincenzo è mosso dall’ambizione, è evidente. È un’ambizione che punta al futuro, ma non è una visione immaginaria: sa come sta cambiando il mondo, è stato testimone della Rivoluzione Industriale in Inghilterra, sa che le cose stanno accadendo nel mondo. Mi piacerebbe essere visionario come lui…. Noi abbiamo ‘rischiato’ di vivere una Sicilia oggi ben differente, industrializzata e proiettata nel progresso, forse l’Italia sarebbe stata capovolta se le cose fossero andate come pensava Vincenzo.”
Eppure, questa ambizione non porta i Florio subito al successo: piuttosto, sembra che diventi quasi un ostacolo al loro percorso, un ostacolo da cui però non riescono ad allontanarsi…
Riondino: “Florio, quello che pensa, lo fa, a differenza dei leoni da tastiera di oggi e in generale come capita a tutti noi nel sistema in cui viviamo, in cui tra il dire e il fare ci deve essere il mare. Sì, c’è il mare, ma può essere navigato, come ha dimostrato Vincenzo Florio”.
Leone: “È dove c’è il non agire che c’è la frustrazione. In siciliano si dice ‘Cu mancia fa muddichi’, chi mangia fa le briciole: si può sbagliare, ma intanto si sta facendo qualcosa”.
Genovese: “Il tema è sempre quello dell’interesse personale e dell’interesse sociale. L’immobilismo mantiene determinati privilegi, generalmente personali. Il cambiamento può avere grandi interessi sociali, ma togliere alcuni privilegi. In questa serie si racconta anche lo stravolgimento della società: ciò che fa Vincenzo porta occupazione, lavoro, benessere, pur essendo animato da un intento egoistico. Le ripercussioni, però, poi sono per tutti”.