Blanca 2, è la stagione della fiducia (e il pubblico non rimarrà deluso): la recensione
Si alza l’asticella per la seconda stagione, che pone al centro il tema della fiducia: quella che deve imparare ad avere la protagonista e quella chiesta al pubblico di fronte a nuove scelte audaci
Fonte: Virginia Bettoja
Blanca Ferrando è figlia di una serialità contemporanea, in cui più che gli eroi appassionano gli anti-eroi, personaggi difficili, ricchi di difetti e fragilità, a tratti anche antipatici. Personaggi che, se fossero tradotti nella vita reale, ci darebbero non poco fastidio. Ma in tv no: sul piccolo schermo, come accade in Blanca 2, sono linfa vitale per storie che riescono a trasporre le sensazioni che, chi più chi meno, proviamo ogni giorno.
Blanca 2, la recensione
La serie di Raiuno e RaiPlay con Maria Chiara Giannetta (sempre più calata e spregiudicata nella parte della protagonista) è l’ultimo tassello di un percorso intrapreso da Lux Vide (gruppo Fremantle) verso una rappresentazione della realtà che fosse più vicina ai linguaggi internazionali.
Dopo l’operazione non del tutto riuscita del racconto post-Medici con Leonardo, la casa di produzione ha capito che i telespettatori di oggi cercano serie tv che raccontino la realtà tramite le lenti dei generi più diffusi. Così è stato fatto con Doc-Nelle tue mani (che si è conquistato anche l’onore di avere un futuro remake americano), con Diavoli e, appunto, con Blanca.
Nella seconda stagione, l’impostazione poliziesca non cambia: a cambiare -o, meglio, ad evolvere- è il rapporto della protagonista con l’ambiente che la circonda. Il problema numero uno di Blanca è la capacità di instaurare sane relazioni con gli altri. Dopo qualche timido passo nella prima stagione, ora è giunto il momento di affrontare la paura dell’altro, con un vero salto nel vuoto che richiede da parte sua (ma, in fin dei conti, di tutti noi), un vero e proprio atto di fede.
Blanca 2 sembra essere proprio la stagione della fiducia: da parte della Polizia verso Blanca (che diventa consulente ufficiale), da parte di Blanca verso Sebastiano e Liguori, ma anche dallo stesso Liguori verso Blanca e quei sentimenti che ancora -almeno nel primo episodio- faticano ad emergere. Senza contare l’aggiunta dei nuovi personaggi, in primis Elena (Michela Cesconi) e Polibomber (Stefano Dionisi), entrambi in cerca di forme differenti di fiducia.
E poi c’è la fiducia che viene richiesta al pubblico, come sempre accade nelle seconde stagioni di una serie tv. Perché se la prima stagione di Blanca era all’insegna della novità e della sorpresa, la seconda è all’insegna delle conferme (il poliziesco), ma anche di asticelle alzate più in alto.
Come quella di una fotografia più colorata, in contrasto con il noir dei casi di puntata; o come la regia di Jan Maria Michelini (e poi di Michele Soavi) che non si sofferma su un genere ma accoglie ogni stimolo della sceneggiatura riproponendolo con naturalezza.
E, infine, la musica. Le jam session dei Calibro 35 diventano più evidenti nella seconda stagione, rilevandosi elemento utile a costruire una scena e non solo un semplice accompagnamento musicale. Dei commenti musicali quasi improvvisati, che ben s’inseriscono nel mondo di Blanca, in cui per vivere bisogna conoscere l’arte dell’improvvisazione.