28 settembre 2003, il più grande blackout della storia che ‘accese’ la Rai (VIDEO)
Una giornata che poteva essere normale diventa inevitabilmente, a suo modo, unica, ricordata: il clamoroso blackout in Italia del 2003.
In quel mattino di 20 anni fa, domenica 28 settembre 2003, nessuno poteva immaginare di diventare parte di una storia. Una storia importante ma al contempo complicata. Tutti (o quasi) diventammo per un giorno intero orfani di una fonte che ci permette di vivere con gran parte degli agi esistenti sul globo: l’energia elettrica.
La festa, poi il buio
Erano le 3:30 di un mattino di festa, le temperature erano ancora abbastanza gradevoli per trascorrere una giornata fuori porta, una passeggiata in città e perché no, anche una dormita in spiaggia in alcune zone, ma era comunque la prima domenica autunnale.
Roma era in movimento, l’ex sindaco della città Walter Veltroni volle fortemente portare nella capitale l’esperimento della notte bianca, una prova già riuscita all’estero. Dieci ore rubate al sonno per festeggiare con musica e iniziative culturali per tutta la città. La festa sarebbe dovuta andare avanti sino al primo mattino, ma lo stop arrivò a quelle 3:30 del mattino.
E’ blackout. Tutto quello che può funzionare grazie alla corrente elettrica, si ferma. Il buio pesto della notte diventa incubo delle tante, tantissime persone ancora sveglie per un motivo o l’altro. I treni si fermano, le metro pure.
Blackout in Italia 2003, Il riscatto della Radio
Centinaia di migliaia di persone non riescono a spiegarsi cosa realmente sta accadendo intorno a loro, ma quali erano i mezzi di comunicazione che potevano dar modo di essere informati dell’evento? Fondamentalmente due: l’agenzia ANSA e la Rai, ovvero i due principali media che, tramite generatori elettrici, potevano lavorare ed essere quindi un punto di riferimento per l’intero stivale, compresa la Sardegna (che fu esclusa dal fatto in quanto è una regione si autoproduce energia elettrica).
Rai Radio 1, 2 e 3 misero in moto la macchina dell’informazione aprendo un filo diretto in edizione straordinaria per poter dare modo di raccontare il grave evento e dunque fornire le linee guida, cosa bisognava fare e cosa bisognava non fare. La TV, al contrario, fu molto più complicata da poter raggiungere. Solo gli abitanti in territorio sardo e gli italiani all’estero poterono guardare i tre canali Rai.
Quello che si sa (almeno per quanto riguarda il Servizio Pubblico Rai) è che il primo flash informativo arrivò a reti unificate alle 4:50 del mattino grazie a Rai News 24. Grazia Gaspari iniziò una breve edizione straordinaria della durata di poco più di 10 minuti con queste parole “Un blackout di notevole durata ed estensione. Ci risulta che, stando alle agenzie, centinaia di migliaia di persone risultano intrappolate all’interno di convogli, nei cunicoli“.
In quel momento la protezione civile ancora non dette parola sulle cause del blackout, per questo le frammentarie notizie in arrivo vennero prese con le pinze, in attesa di un quadro più preciso. Luca Boccia, inviato da Roma per la cosiddetta ‘copertura’ de La notte bianca raccontò dal suo cellulare ciò che vide in presa diretta camminando per la città, salvo poi frenarsi per avvisare che la batteria del suo telefono rischiava di scaricarsi.
La cronaca tratta da Euronews:
Blackout in Italia 2003, la Rai e la copertura dell’informazione stravolta
Le finestre speciali, sempre a reti unificate, si moltiplicarono almeno fino alle 6:30 del mattino. Rai 1 non trasmise il Tg1 (probabilmente per una causa legata comunque al blackout), ma dalle 6:45 Unomattina Sabato & Domenica (condotto allora da Franco di Mare, Livia Azzariti, Sonia Grey e Antonio Lubrano) occupò una larga fetta di mattinata dando le notizie più utili per rendere al pubblico il servizio che la Rai potè offrire al massimo delle sue potenzialità.
Il precedente
Arrivano le luci del giorno. La Rai è ormai nel pieno del racconto dell’emergenza. Qui si registra anche un precedente. Per la prima volta nella storia il Tg2, dagli studi di Saxa Rubra, fu l’unico punto ‘a disposizione’ dell’azienda per poter trasmettere un telegiornale completo. Per questo fu trasmesso a reti unificate per due edizioni, quella delle 8 e delle 9 del mattino.
Unomattina, di mezzo, continuò a fare la spola modificando la programmazione, allungando la sua messa in onda prima di dare la linea al primo Tg1 della giornata in edizione straordinaria. Fu condotta da Paolo di Giannantonio sino alle 10:55, prima che tutte e tre le reti riprendessero i loro regolari palinsesti. In uno scandire dei tempi che diventa quasi infinito, l’Italia lentamente riprende i suoi ritmi con il ripristino progressivo della linea elettrica.
Sui canali Mediaset invece nessuna edizione straordinaria, l’azienda riuscì comunque a garantire l’informazione nelle edizioni ordinarie del Tg5, del Tg4 e di Studio Aperto, seppure la loro durata fu più lunga del solito.
All’estero, i canali internazionali non rimasero indifferenti all’emergenza. La BBC, ad esempio, tramite i suoi canali, invitò i telespettatori ad inviare quante più immagini e testimonianze per poter dare una resa della situazione.
Blackout in Italia 2003, la puntata di Ossi di Seppia
La notte del 28 settembre 2003 si conserva in immagini, riprese di fortuna, voci. Una giornata che poteva essere normale diventa inevitabilmente, a suo modo, unica, ricordata. A questo evento storico è dedicata una puntata di Ossi di Seppia intitolata “2003, l’Italia in blackout” con il racconto di Giorgio Zanchini e contributi video di quel giorno entrato di diritto nei manuali di storia. E’ disponibile su Rai Play a questo link