In onda e il ‘nemico amatissimo’ Gianni Alemanno
Cinque ospitate finora solo nell’edizione estiva con Telese e Aprile, che salgono a otto se si considera l’ultimo quadrimestre. In un programma apertamente schierato a sinistra, contro il governo Meloni, Alemanno rappresenta solo in parte un controsenso
Potremmo ribattezzarlo il ‘nemico amatissimo’ di In Onda. Gianni Alemanno è l’ospite preferito di Luca Telese e Marianna Aprile, che hanno accolto a più riprese l’ex sindaco di Roma nel talk di La7.
Ben cinque le apparizioni di Alemanno, solo in questa edizione estiva. Che diventano otto se all’elenco si aggiungono le partecipazioni primaverili nella versione del weekend condotta da David Parenzo e Concita De Gregorio.
In un programma apertamente schierato a sinistra, contro il governo Meloni, Alemanno rappresenta solo in parte un controsenso. Perché se è vero che i conduttori evocano il pericolo fascista con un interlocutore che si colloca più a destra di Fratelli d’Italia, dall’altra parte il risultato è quello di continue critiche del diretto interessato alla Presidente del Consiglio.
“Non vogliamo far cadere questo governo, perché ne arriverebbe uno tecnico – precisa non a caso Alemanno – intendiamo solo pungolarlo”. E in tal senso ecco la formazione del Forum dell’Indipendenza Italiana, il cantiere della destra cosiddetta ‘sociale’. Un progetto ovviamente seguito da In Onda, il 29 luglio, con l’ex ministro collegato in diretta: “Ci rivolgiamo a tutti quelli che sono insoddisfatti per un cambiamento promesso e non realizzato. Uno spazio c’è, abbiamo un potenziale del 10%”.
Era invece in studio il 16 luglio, il 4, il 12 e il 21 agosto. Il refrain? Sempre lo stesso: accuse al governo e ai suoi componenti, dalla Meloni in giù.
Il 16 luglio nel mirino di Alemanno è finito Carlo Nordio, intenzionato a rimodulare il concorso esterno in associazione mafiosa. “Nordio parla troppo, parla a ruota libera, è un problema”, ha tuonato Alemanno. “Mantovano sarebbe stato più adatto per il ruolo di Ministro della Giustizia“.
Il 4 agosto ha puntato direttamente il dito contro la numero uno di Palazzo Chigi: “La Meloni con la destra sociale non ha nulla a che fare”. Per poi contestare l’abolizione del reddito di cittadinanza: “La misura va riformata, ma sospenderla ad agosto è una follia. Secondo me c’è margine per fare ricorso. Molte di queste persone non lavorano perché non c’è lavoro, l’unica alternativa seria sono i lavori socialmente utili“.
Il 12 agosto, nel mezzo delle polemiche sulla strage di Bologna, Alemanno non si è tirato indietro: “Bisogna desecretare tutti gli atti e i segreti di Stato che ancora gravano su quel periodo. In quelle sentenze, che sono contradditorie tra di loro, c’è grande confusione sui mandanti”.
Immancabile un commento sul caso del generale Roberto Vannacci, il 21 agosto: “Non può essere destituito per aver espresso un’opinione. Può dire il suo pensiero in un libro che è molto rozzo in numerosi passaggi, non c’è dubbio. È stato destituito su iniziativa di Crosetto senza un giudizio militare, ma sulla base di un tweet scritto senza che avesse letto niente. Parliamo di una persona che ha servito l’Italia in tutte le latitudini”.
Come detto, alla lista vanno sommate le presenze del 3 giugno, del 14 maggio e del 29 aprile, solo per rimanere nell’ultimo quadrimestre.
Insomma, se l’avversario è comune, un’intesa si può trovare. Eccome.