Pressing: il programma ottimo per l’ultras “televisivo”
Domenica 20 agosto, con la prima giornata di Serie A, è ripartito anche Pressing, il programma di Italia 1. La recensione di TvBlog
Se Napoli, Milan, Inter e Juve saranno impegnate a dimostrare la propria superiorità in questo campionato di Serie A iniziato tra non poche incertezze, i telespettatori di Italia 1, invece, alla visione di Pressing, saranno impegnati, in egual modo, a resistere alla tentazione di prendere il telecomando e cambiare canale.
Nulla di personale contro i bravi Massimo Callegari e Monica Bertini, verrebbe da dire quasi impeccabili, forse anche troppo, come sottolineato anche in passato su queste pagine. Non è necessario mettere in chiaro che Pressing, che del caro e vecchio Pressing che fu non ha nulla (e nemmeno di Controcampo, se è per questo), come ogni talk che si rispetti, è chiamato a distinguersi attraverso gli ospiti e gli opinionisti presenti in studio, di importanza fondamentale, maggiore anche a quella dei servizi di approfondimento.
Senza mettere in discussione il contenuto degli interventi (anche perché qui parliamo di tv e non di calcio), la maggioranza degli ospiti presenti nello studio di Pressing, nella fattispecie le modalità con le quali espongono le loro opinioni, contribuisce ad alimentare il sopraccitato desiderio di sintonizzarsi su qualche altro talk calcistico, come Sky Calcio Club o la nuova Domenica Sportiva, ad esempio.
Il pepe ci sta, per carità, ma qui non si sta parlando di pepe e basta. Se anche il buon Riccardo Trevisani, sempre misurato, si ritrova costretto a tirare fuori gli artigli contro un Ivan Zazzaroni o un Sandro Sabatini, evidentemente vuol dire che quello è l’unico modo per far valere le proprie opinioni in un luogo dove regnano l’egocentrismo, oggettività latitante e anche una certa supponenza.
A Pressing, non esistono le note di colore che potrebbero allentare la tensione. Le risatine sotto i baffi durante e dopo alcuni interventi di Raffaele Auriemma, ad esempio, non sono propriamente definibili tali.
Divertissement che potrebbero arrivare da La Pagella, ad esempio, ma lo spessore, il ritmo e la ricercatezza delle pagelle di Paolo Ziliani sono un ricordo che ormai svanisce sempre più.
Pressing è il luogo più adatto per il tifoso poco oggettivo, in breve, una sorta di ultras “catodico”.
Ma parlare di calcio non deve essere sempre sinonimo di “Io so’ io e voi non siete un c….”.
È necessaria una chiave diversa.
O ospiti diversi.