Venere degli Stracci in fiamme, al Tg2 appello contro i social. Che non c’entravano niente
E’ colpa dei social, sempre e comunque. Anche per il Tg2 che mercoledì ipotizza la sfida social come causa dell’incendio delle Venere degli Stracci, con tanto di appello della youtuber Eleonora Olivieri. Poche ore dopo è stato arrestato un senza tetto
Colpa dei social. Sempre, comunque. Ma se è tutto è emergenza social, nulla è emergenza social e c’è il rischio che un fenomeno – reale – da analizzare e studiare con profondità diventi una chiacchiera da bar. O da talk.
Distrutta da un incendio la “Venere degli Stracci”, è colpa dei social
E’ successo anche per l’attacco alla Venere degli Stracci, installazione realizzata nel cuore di Napoli da Michelangelo Pistoletto e finita in cenere in seguito ad un incendio doloso. Rabbia, sconcerto, indignazione e, allo stesso tempo, anche un colpevole, subito individuato. Fino alla rivelazione: ad appiccare il rogo sarebbe stato un 32enne senza fissa dimora.
A lanciare l’amo, va detto, era stato il sindaco Gaetano Manfredi: “Negli ultimi giorni c’era una specie di gara sui social che invitava a bruciare la statua”.
Parole che sono bastate per individuare il responsabile e a condannarlo, un po’ come Maurizio Mosca che riuscì a far arrestare in quattro minuti – tempo di un’interruzione pubblicitaria – uno spettatore che lo aveva insultato.
Anche per il Tg2 la colpa è della sfida social
Mercoledì, il Tg2 delle 13 appariva già con le idee chiare: “Forse è stata una sfida sui social”. Osservazione legittima, proprio perché ad esporsi era stato lo stesso primo cittadino. Peccato però che al servizio sia stato allegato l’appello di Eleonora Olivieri, content creator – o molto più semplicemente youtuber – intenta a predicare un corretto utilizzo dei social.
“Sicuramente avrete sentito che la Venere degli Stracci è stata completamente distrutta. Si pensa che sia stato un atto doloso proveniente da una sfida social. È davvero sconfortante, l’arte rappresenta la storia di una società, il pensiero di un uomo e i suoi sentimenti più profondi. Dovremmo incoraggiare quest’arte, non distruggerla. I social dovrebbero essere uno strumento dove esprimere i propri sentimenti e le proprie passioni, magari condividendo la propria arte, non distruggendo quella che possiamo ammirare”.
Un monito caduto nel vuoto a distanza di poche ore, figlio di una campagna che il tg ha avviato un mese fa, all’indomani della strage di Casal Palocco.
La sensazione, di fatto, è quella di un pentolone all’interno del quale buttare qualsiasi ingrediente. Col pericolo, concreto, che urlare ripetutamente “al lupo, al lupo” possa portare al risultato opposto. Ossia che ad allarmarsi, tra un po’, non ci sia più anima viva.