Il paradosso è che mentre da settimane è in piedi la narrazione secondo cui la Rai si è trasformata in TeleMeloni, l’unica inchiesta televisiva in grado di incidere sul piano politico è quella di un programma della tv pubblica, Report, e ha come bersaglio una ministra del governo Meloni.
Il riferimento è evidentemente alla polemica nata dopo il servizio firmato da Giorgio Mottola e trasmesso dalla trasmissione di Sigfrido Ranucci lunedì scorso con protagonista Daniela Santanchè in veste di imprenditrice e le società Ki Group (acquistata nel 2006 insieme all’ex compagno Canio Mazzaro) e Visibilia.
La ministra del Turismo nonché esponente tra i più noti della destra italiana, dopo aver annunciato querela nei confronti di Report, al Tg1 si dice “assolutamente tranquilla“, anzi “molto contenta di andare a riferire in Aula“. Al netto delle dichiarazioni di rito (avete mai ascoltato un esponente politico dirsi preoccupato da una vicenda che lo riguarda personalmente, soprattutto se di natura giudiziaria?) e del merito della questione, la notizia è proprio nel fatto che un programma televisivo abbia costretto una politica a riferire alla Camera. Evidentemente non una novità in assoluto, ma sicuramente un fatto di richiamo, a maggior ragione in questi giorni in cui sulle pagine di quotidiani e siti ancora impazzano voci e gossip su nomine ispirate politicamente e new entry nei palinsesti autunnali (quelli Rai saranno presentati ufficialmente venerdì 7 luglio, ma già oggi, lunedì 26 giugno, a Roma saranno illustrati in consiglio di amministrazione).
A proposito di palinsesti, sarà una coincidenza (oppure no!), ma Viale Mazzini in queste settimane ha per ben due volte curiosamente diffuso una nota stampa per smentire genericamente le indiscrezioni giornalistiche sul tema (la prima volta il 7 giugno scorso, pochi minuti dopo l’anticipazione pubblicata da TvBlog). Una strategia comunicativa anomala a maggior ragione considerando che nel testo inviato dalla Rai viene menzionato un solo programma, Report. Una coincidenza nella coincidenza, considerando che il titolo di Rai3 è destinato, per volontà della nuova governance, a cambiare collocazione, traslocando dal più sicuro lunedì sera (slot consolidato e aiutato dal traino di Un posto al sole) alla molto più rischiosa domenica sera, orfana dalla prossima stagione di Che tempo che fa di Fabio Fazio, nel frattempo passato a Nove.
Della serie: convincere della bontà dell’operazione Sigfrido Ranucci, vicedirettore nell’ambito della Direzione Approfondimento, non deve essere (stata) proprio una passeggiata di salute.