Il futuro di Mediaset, con Vivendi sempre all’orizzonte
Il futuro di Mediaset, gli scenari possibili per l’azienda televisiva fondata da Silvio Berlusconi
La scomparsa di Silvio Berlusconi ha accelerato qualcosa che già era nell’aria da tempo. Il futuro di Mediaset resta l’argomento più scottante in attesa dell’apertura del testamento di Silvio Berlusconi. Ieri sono andati in scena i funerali a reti unificate, dopo alcuni giorni caratterizzati da fiumi di parole. A proposito del futuro della prima televisione commerciale italiana, qualche tempo fa Dagospia l’aveva sparata davvero grossa. Una piccola, grande bomba mediatica rispetto al futuro di Mediaset.
Quale futuro per Mediaset?
Quello che ha scritto il sito fondato da Roberto D’Agostino è che sarebbe allo studio la creazione di una cordata tutta italiana per rilevare l’azienda fondata da Silvio Berlusconi. Colui che avrebbe partorito questa operazione sarebbe l’imprenditore Urbano Cairo, che già in passato ci ha abituato ad operazioni di questo tipo. La prima che viene naturalmente in mente, per forza mediatica, è l’acquisizione di RCS. Fino, televisivamente parlando, all’acquisto da Telecom di La7.
Con lui si aggiungerebbero vari imprenditori con il sostegno di Banca Intesa. Su questa operazione ci sarebbero riserve da parte dei figli più maturi di Silvio Berlusconi, con Piersilvio che sarebbe fortemente contrario, mentre la sorella Marina sarebbe neutrale. Sarebbero favorevoli invece i figli più giovani, Eleonora, Barbara e Luigi. Subito è arrivata però la smentita da parte di Fininvest e a ruota quella proprio di Urbano Cairo.
Un’operazione questa smentita quindi da tutti i diretti interessati. Per molti addetti ai lavori però il futuro di Mediaset appare molto fluttuante, per usare un termine caro al mondo della Borsa. Secondo nostre autorevoli fonti, le sorti di Mediaset future, ora saldamente in mano alla famiglia Berlusconi, sarebbero comunque, alla lunga, incerte. La composizione societaria attuale di Mediaset for Europe è in mano per il 47,91% a Fininvest, per il 4,5% a Vivendi a cui si aggiunge il 18,7% che la multinazionale francese ha trasferito alla società indipendente Simon Fiduciaria controllata dalla Ersel della famiglia torinese Giubergia. Completano l’azionariato di Media for Europe il 3,56% di azione proprie e il 25,4% del cosi detto “flottante”, ovvero del capitale sociale effettivamente in circolazione sul mercato azionario.
In concomitanza con il ricovero di Silvio Berlusconi si sono registrati rialzi delle azioni del gruppo Mediaset, in particolare di categoria B, che garantiscono dieci voti per ciascun titolo detenuto, rispetto a quelle di categoria A che ne garantiscono solamente uno. Dopo la morte di Silvio Berlusconi Mediaset ha fatto registrare un nuovo rialzo, poi il titolo si è stabilizzato. Piazza Affari sembra quindi scommettere sulla successione e il maggior indiziato rispetto ad un acquisto di Mediaset resta sempre il gruppo Vivendi. Nonostante il gruppo francese e Berlusconi firmarono un intesa che ha portato Fininvest a riacquistare un primo 5% del 29,9% di azioni figlie della scalata di Vincent Bollorè, con il resto della quota che dovrebbe essere dismesso entro il 2026.
Vivendi qualora volesse comprare Mediaset dovrebbe passare per forza da Fininvest. Di certo però se ci dovesse essere in futuro un acquirente per il gruppo televisivo di Cologno Monzese, Vivendi sarebbe il maggior indiziato. E’ indiscrezione di queste ultime ore per cui Vincent Bollorè, azionista di maggioranza di Vivendi, avrebbe chiesto un incontro con la premier Giorgia Meloni per tastare il terreno circa la possibilità di acquisire Mediaset, voce rilanciata dal giornalista di Libero Francesco Specchia.
Per Bollorè di certo l’ostacolo più grande per questa sua operazione resta Pier Silvio Berlusconi, da molti anni amministratore delegato di Mediaset, quindi fra i cinque figli di Silvio Berlusconi, quello più interessato a mantenere l’azienda fondata dal padre nell’ambito famigliare. I suo fratelli invece sarebbero più propensi a cederla. Ma di questo si parlerà solo dopo che si saranno sciolti tutti i nodi legati all’eredità del loro padre, a partire dall’apertura del suo testamento.