Roberto Sergio racconta la sua Rai a La Stampa di Lucia Annunziata
La prima intervista del nuovo amministratore delegato della Rai Roberto Sergio
Probabilmente se questa testata avesse avuto gli editoriali di Lucia Annunziata, stamattina TvBlog avrebbe ospitato la prima intervista di Roberto Sergio in qualità di amministratore delegato della Rai. Invece la prima intervista del nuovo amministratore delegato della tv di Stato oggi è uscita su La Stampa. Giornale per altro molto critico rispetto all’attuale maggioranza governativa e di conseguenza anche molto critico verso la nuova dirigenza Rai, nominata dal governo di Giorgia Meloni, e che ospita gli editoriali della conduttrice di Mezz’ora in più (ancora per un mese).
Si apre dunque con una mossa molto democristiana il cammino di Roberto Sergio nella nuova Rai “meloniana“, come viene chiamata questa nuova stagione della tv pubblica. Naturalmente il nostro è semplicemente un pensierino malizioso, ma sul fatto che Roberto Sergio sia un vecchio democristiano non vi è alcun dubbio: lo dice lui stesso e lo sanno tutti. “Ti pare che uno con la mia storia, democristiano da una vita che conosce come pochi altri il ventre e la pancia di questa azienda, si mette a epurare qualcuno?” dice Sergio nel colloquio pubblicato dal quotidiano del gruppo Gedi a proposito delle accuse piovute sulla Rai di censure ed epurazioni.
A parte però questa piccola maliziosità nostra, veniamo a quello che il nuovo AD ha confessato al redattore de La Stampa di Torino rispetto alla sua nuova Rai. Tralasciando i non detti, che poi sono stati scritti a margine dei virgolettati dall’estensore dell’articolo, vediamo i concetti espressi da Sergio nella chiacchierata pubblicata oggi dal quotidiano torinese. Fabio Fazio non l’ha cacciato via lui, ma la colpa è di chi c’era prima di lui che non gli ha firmato il rinnovo del contratto (Fuortes). Anzi, il fatto che se ne sia andato il giorno prima del suo ingresso al settimo piano di viale Mazzini è secondo Sergio “un modo per dire che questa gestione non c’entra nulla” rispetto all’uscita del presentatore ligure dalla Rai.
Sulla questione Annunziata, lui l’aveva confermata, anzi uno dei primi programmi che aveva confermato in CDA è stato proprio Mezz’ora in più. Nessuna intenzione di fare “Tele fratelli d’Italia“. La Rai – dice Sergio – è un grande patrimonio pubblico, è di tutti.
Riguardo alla messa in onda su Rai News del comizio del centrodestra da Catania, sarà la Commissione di vigilanza a trarre le conclusioni. “Nel mio compito – dice l’AD Rai – non c’è l’indicazione, né la richiesta, di censurare qualcosa o qualcuno”.
Si parla poi dei nuovi approfondimenti e conduttori in arrivo, che Sergio bolla come semplici chiacchiere. Le voci sono quelle che modestamente aveva già riferito TvBlog tempo fa, ovvero l’approdo di Nicola Porro in Rai, di una nuova collocazione per Luisella Costamagna e del ritorno di Massimo Giletti, ma a stagione inoltrata, quando si saranno ben sedimentate le polemiche che lo hanno fatto uscire da La7.
Si parla poi del ritorno del comitato editoriale composto dall’AD, dal direttore generale Giampaolo Rossi e dai direttori di genere, con la partecipazione del direttore distribuzione Stefano Coletta. Organo questo – la distribuzione – le cui deleghe saranno assorbite dallo stesso comitato. La Distribuzione tornerà quindi ad essere un semplice reparto di smistamento dei programmi decisi dal comitato editoriale di cui sopra, un po’ quello che era una volta il coordinamento.
Il nuovo AD Rai ha voluto poi sottolineare come chi sia stato rimosso abbia avuto subito una nuova collocazione, indicando il caso della nomina di Giuseppe Carboni a Rai Parlamento, dopo che era rimasto senza incarico quando fu rimosso dal Tg1 da Fuortes. Il punto finale o centrale se preferite di questa chiacchierata di Sergio con La Stampa è questo:
Il mio obbiettivo sono il rilancio dell’azienda, ascolti e mercato. Non sono qui per togliere ma aggiungere.
Ieri è pure arrivato il Papa, in qualche modo a benedire questa nuova Rai. Auguri naturalmente!