Nel finale del La Fantastica Signora Maisel (su Prime Video) le risate non ci seppelliscono, tanto per parafrasare l’antico detto. No, le risate, nel mondo di Amy Sherman-Palladino e Daniel Palladino, ci salveranno, proprio come hanno salvato la protagonista e tutti quelli che l’hanno circondata.
Il finale de La Fantastica Signora Maisel
-ATTENZIONE: SPOILER-
L’episodio, in sostanza, ci mostra quanto è stato fatto intendere nel corso di tutta la stagione, ovvero che Midge (Rachel Brosnahan) riesce a diventare la comica famosa che ha sempre desiderato di essere. Fino ad ora, però, non sapevamo quale sarebbe stato il suo trampolino di lancio.
L’episodio “Quattro minuti” ce lo rivela. Il titolo si riferisce al tempo che rimane a Gordon Ford (Reid Scott) durante l’ultimo segmento di una puntata del suo show. Quella sera, spinto dalla moglie -a sua volta convinta da Susie (Alex Borstein), con cui scopriamo aveva avuto una relazione-, Ford rompe la regola che aveva sempre seguito ed invita Midge davanti alle telecamere. Ma, essendo stato costretto a farlo, la invita come “autrice” e non come “comica”.
Per Midge potrebbe essere l’ennesimo affronto in un mondo in cui gli uomini continuano a prendersi ciò che vogliono a discapito delle donne e delle loro ambizioni. Ma spinta da una motivazione che scopriamo solo verso la fine della puntata, la protagonista non si perde d’animo ed, avvertita Susie, decide di infrangere ancora una volta le regole. Prende in contropiede Gordon e conquista da sola il centro dello studio, dove tiene finalmente il monologo che la consacra a nuova stella della comicità. Anche Gordon ne resta estasiato, tanto da essere lui, alla fine, a definirla “la fantastica Signora Maisel”, sebbene poco dopo decida di licenziarla dal suo staff di autori. Ma non è una vendetta: ha capito che Midge è pronta a spiccare il volo.Il tutto avviene davanti alla famiglia di Miriam, personaggi di cui abbiamo scoperto, nelle puntate passate, il loro futuro, e che quindi restano in secondo piano per quasi tutta la puntata. Com’è giusto che sia: è il momento di Miriam Maisel. Verso il finale, come detto, scopriamo perché abbia deciso di andare contro la provocazione di Ford: sei mesi prima fu Lenny Bruce (Luke Kirby) a ricordarle che si sarebbe dovuta prendere quello che le spettava. Lo stesso Bruce apre la puntata, ormai stanco e sotto stretto controllo per i suoi presunti monologhi osceni: è il 1965, un anno prima della morte del vero Bruce per overdose.
L’ultimo flash-forward ci porta al 2005: Midge, 70enne, è ancora una stella dello spettacolo e vive in uno sfarzoso appartamento di Manhattan. La sua agenda è sempre piena, così come vuole lei, ma il tempo per sentire Susie -che invece si è ritirata dal mondo degli agenti- ce l’ha. Le due, dopo la lite che le ha allontanate per anni, si sono riappacificate e, seppur a distanza, sono molto legate. La puntata finisce con Midge e Susie che guardano e commentano al telefono una puntata di Jeopardy, chiacchierandoci sopra e, soprattutto, ridendo.
Il vero colpo di scena è che non ci sono colpi di scena
Come sarebbe potuto finire La fantastica Signora Maisel, se non così? Il finale -ampiamente anticipato dai flash-forward nell’arco della stagione- non voleva per niente spiazzare il pubblico o lasciarlo con troppe domande irrisolte.
L’idea della coppia di autori artefice di questa serie che ci mancherà e non poco è sempre stata quella di onorare gli anni Cinquanta e Sessanta americani, la tv di una volta e soprattutto una comicità d’altri tempi capace di far ridere provocando e riuscendo ad essere popolare al tempo stesso.
La scelta di chiudere con un episodio che trova il suo apice nell’irresistibile monologo di Midge e non con qualche nuovo colpo di scena dell’ultimo secondo è un segno di profondo rispetto, prima che per il pubblico, per gli stessi personaggi, in primis la protagonista.In quello che è quasi sembrato un incontro di boxe con Gordon Ford, davanti alle telecamere ed agli occhi del pubblico in studio e sintonizzato da casa, Miriam non perde la sua bussola; piuttosto, la ritrova più forte di prima in quella determinazione ad avvicinarsi al microfono e dare spazio alla sua voce.
Questa serie, in fondo, ha sempre voluto nascondere dietro l’ambizione di una giovane donna e della sua agente un senso più profondo e senza tempo: ognuno di noi ha una propria voce da rispettare e tenere in considerazione. Seguirla non è solo segno di rispetto verso noi stessi, ma anche l’unica strada per la felicità.
Il monologo di Midge, tra soffitti di cristallo e Mago di Oz
Quando detto da Midge nel monologo “rubato” al Gordon Ford Show è frutto di un lavoro davvero raro in televisione. Se Sherman-Palladino ci ha sempre abituato a saper usare le parole, quelle usate dalla protagonista per ottenere il suo posto al sole valicano i confini televisivi e arrivano a chiunque voglia sentirci un messaggio per se stesso.
Perché Midge non riesce solo a far ridere raccontando del tradimento subìto (al centro anche del suo primissimo monologo al Gaslight), della sua famiglia e delle sue origini, ma diventa anche paladina del diritto di ogni donna a seguire un obiettivo. Di ogni donna, ma più in generale di tutti: la magia di questo monologo sta nel riuscire a passare da essere un invito a tutte le donne all’ascolto a prendere in mano la propria vita e a non consegnarla ad altri all’essere un messaggio che non conosce generi.
“Prendetevi quello che vi spetta, agite”, dice Midge, mentre le luci dello studio si abbassano e sembra di essere tornati ad uno dei tanti locali in cui si è esibita. “Non aspettate che le cose capitino, essere codardi fa tenerezza solo nel Mago di Oz”: un invito a non restare fermi e a gettare il cuore oltre l’ostacolo. A costo di stravolgere la propria vita, come ha fatto lei.
L’ultima scena: anche le comiche ridono
Così, si giunge alla scena finale: la rappacificazione tra Midge e Susie. E poco importa se vivono a distanza di chilometri (è evidente il fuso orario) e se non possiamo assistere per un’ultima volta ad un loro battibecchi vis a vis. Comica ed ex agente (e insieme Brosnahan e Borstein) restano una forza della natura, capaci di divertirsi anche davanti ad una puntata registrata di Jeopardy.
L’ultimo dialogo ha a che fare con la reincarnazione: che animale vorresti essere se tornassi in vita? Midge domanda e risponde: vorrebbe essere uno scoiattolo, o un cigno, o un cavallo selvaggio. Susie, invece, opta per la puzzola, l’anima che usa il proprio di dietro come arma. Basta questo a far scattare una ridarella tra le due, soprattutto in Midge, che finalmente ride.
In cinque stagioni l’avevamo vista ridere, certo, ma mai così. Dopo aver fatto ridere il pubblico del suo tempo e noi, ora la vediamo scompisciarsi dalle risate per una puzzola. E andare a nero con il sottofondo delle sue risate è la conclusione più dolce che si potesse pensare. Perché il segreto per stare bene non è vedere gli altri ridere grazie a te, ma ricordarsi di ridere anche per noi stessi. E Midge, non l’ha mai dimenticato. Grazie, Signora Maisel, e buonanotte.