Vittime collaterali: l’idea per un buon programma c’è, manca per ora la resa
Rispetto a una buona idea di partenza, Vittime collaterali stenta a metterla a fuoco in maniera convincente. La recensione della prima puntata
Vittime collaterali è il nuovo titolo che Rai 1 sperimenta nella seconda serata del lunedì, a cura della Direzione Approfondimento. Alla conduzione del programma troviamo Emma D’Aquino, ormai sempre più lontana dal Tg1. Il programma vuole portare sotto i riflettori le storie delle persone che sono finite ad essere “vittime collaterali”.
La trasmissione, che ha esordito ieri, nel giorno della Festa dei lavoratori, ha deciso di partire dalle storie di due vittime dell’alternanza scuola-lavoro. In studio erano infatti presenti i genitori di Lorenzo Parelli, a cui si è aggiunta poi la storia di Giuseppe Lenoci.
La presenza in studio anche della preside Valentina Calì e del magistrato Bruno Giordano, ex direttore dell’Ispettorato nazionale del lavoro, ha portato però spesso a deviare la conversazione rispetto al focus delle “vittime collaterali”. Il rischio è che la scelta di questo oggetto come fulcro della narrazione finisca per diventare un mero pretesto. Se nella prima puntata si finisce per occuparsi della sicurezza sul lavoro, nel corso delle prossime puntate potranno così esserci altri temi d’attualità.
Emma D’Aquino, che almeno per questa stagione ha abbandonato la scrivania del Tg1, alla conduzione non padroneggia ancora la disinvoltura di quando era al telegiornale. La giornalista nel complesso dà una buona prova di sé, rimanendo però ancora eccessivamente legata ad una certa affettazione nei modi, più propria forse dello stile del tg.
Il programma parte sicuramente da una buona idea, in un Paese in cui, anche a livello televisivo, si approfondiscono molto le vite delle vittime, poco quelle di chi resta dopo le perdite. Non manca quindi quel guizzo di originalità che dovrebbe sempre caratterizzare una nuova produzione. Nello sviluppare però questa idea in un programma, Vittime collaterali deve probabilmente evitare di sovrapporsi con una tipologia di racconto che ricalchi quanto già visto.
Per smarcarsi ulteriormente, una scelta interessante potrebbe essere quella di realizzare la trasmissione esclusivamente in esterna, magari con clip di esperti per favorire un quadro complessivo di certi aspetti e tematiche. Non spetta a noi però dire come potrebbe essere fatto diversamente Vittime collaterali. La sensazione che si ha è che, rispetto a una buona idea, manchi per ora uno sviluppo coerente con quella.