Oggi è un altro giorno e la maledizione degli ‘affetti stabili’. Che fine ha fatto Romina Carrisi?
A Oggi è un altro giorno Romina Carrisi manca dallo scorso 12 aprile. In quei giorni si era sfogata sui social contro gli autori del programma
L’ultima apparizione in video risale allo scorso 12 aprile. Da quel momento in poi di Romina Carrisi a Oggi è un altro giorno non c’è più stata traccia. ‘Affetto stabile’ da diversi anni del talk pomeridiano di Rai1, la figlia di Albano è diventata una figura familiare, arrivando persino a godere di una rubrica personale, “Romina Vagante”, incentrata sulle sue incursioni nel dietro le quinte di importanti trasmissioni della tv di Stato.
Un clima apparentemente idilliaco, che si è pubblicamente interrotto il 13 aprile, quando la Carrisi ha condiviso e risposto su Twitter ad un’osservazione di un utente che evidenziava il suo scarso impiego nel programma.
“Sono perfettamente d’accordo con te”, commentò la ragazza. “Girerò il tweet ai capi autori. Sono loro che decidono cosa fanno gli affetti stabili in puntata, non noi. Vorrei che questo fosse chiaro. Purtroppo se provo a prendere iniziativa, vengo bloccata”.
Da quel momento, la Carrisi è sparita dai radar. Normale pensare ad un rapporto di causa e effetto, anche se – va precisato – la partecipazione degli ‘affetti stabili’ a Oggi è un altro giorno, seppur frequente, prevede pure delle pause e delle fasi di sosta. Tuttavia, quasi due settimane di silenzio appaiono anomale, soprattutto per l’indifferenza che si è generata attorno alla sua assenza.
In questo senso, il metodo ricorda molto quello utilizzato per Memo Remigi il passato autunno, allontanato dopo la ‘toccatina’ del cantante sul fondoschiena di Jessica Morlacchi. Ma se in quell’occasione fu Striscia la Notizia a rendere plateale il caso, in seguito ad un iniziale passaparola sui social, stavolta è stata la stessa Carrisi con il suo post ad alimentare voci e ricostruzioni di ogni tipo, destinate a durare fino a quando non verrà fatta chiarezza sull’accaduto.
Li chiamano ‘affetti stabili’. Potremmo ribattezzarli ‘affetti traballanti’.