Back to school necessita una conduzione brillante che Federica Panicucci non garantisce
A Back to school, Federica Panicucci, che ha preso il posto di Nicola Savino, non riesce ad esaltare al meglio gli avvenimenti in studio.
Back to school, lo show di Italia 1 quest’anno condotto da Federica Panicucci, torna in tv in un periodo decisamente favorevole per i programmi che vedono i bambini come protagonisti, tra esperimenti riusciti meritevoli di una riconferma (The Voice Kids) e altri programmi non perfettamente centrati ma che hanno perlomeno tentato di trovare un linguaggio differente dal solito (La TV dei 100 e uno).
Il rischio saturazione, per ora, è lontano e quindi Back to school, con questa seconda edizione e dopo una prima edizione che stupì favorevolmente anche godendo paradossalmente di aspettative tutt’altro che alte, si inserisce in questo filone che la tv ha ritrovato, sperando, però, che non lo cavalchi troppo, esagerando come al solito.
Back to school, come nella scorsa edizione, si poggia su un’idea semplice: personaggi del mondo dello spettacolo sono chiamati a sostenere nuovamente l’esame di quinta elementare davanti ad vera commissione di insegnanti, facendosi supportare nello studio da bambini tra i 7 e gli 11 anni e sfoggiando bellamente la loro scarsa cultura.
Nel cambio di conduzione, però, lo show ha perso qualche punto rispetto alla prima edizione perché il programma di Italia 1, per quanto definibile un docu-reality, soprattutto nella parte registrata al campus insieme ai bambini, rimane uno show che si svolge soprattutto in studio, dal potenziale comico rilevante che un conduttore brillante deve essere in grado di esaltare agli occhi del telespettatore, compito che Nicola Savino sapeva sicuramente svolgere.
Federica Panicucci, pur avendo all’attivo conduzioni di programmi comici anche se non proprio recentissimi, non possiede questa peculiarità e ha optato, invece, per una controproducente conduzione a sottrazione che non ha esaltato pressoché nulla di quanto avvenuto in studio. In questo vuoto verificatosi, Gianluca “Scintilla” Fubelli, nel ruolo inedito di Capoclasse, avrebbe potuto inserirsi facilmente e senza problemi ma anche il comico ha faticato non poco, in un ruolo tra l’altro non perfettamente delineato, non regalando quindi al programma la conduzione vivace che ci si aspettava.
È un peccato anche perché Back to school non è un programma che punta tutto, esclusivamente, sulla personalità e sull’imprevedibilità dei bambini ma uno show dove i bambini fanno parte di un meccanismo dove anche gli adulti, i vip cosiddetti Ripetenti e la Commissione, hanno un ruolo centrale. Il risultato di questo meccanismo è l’esame che il vip è chiamato a sostenere: se questa parte di show risulta debole, c’è un qualcosa che non va.
Certo, si potrebbe dare la colpa anche al cast dove non manca l’inevitabile quota di prezzemolini tv provenienti da altri reality, in un riproporsi di dinamiche già note, dando per scontato, tra l’altro, che il telespettatore ne sia già a conoscenza. Back to school, essendo uno show gradevole, però, ha anche il merito di tenere a bada l’antipatia di alcuni personaggi di questo tipo, quindi poco male.
Il “qualcosa che non va” è riconducibile sicuramente nel poco azzeccato cambio di conduzione.