Da noi … a ruota libera: Claudio Lippi dà del “primate” a un ragazzo italo-brasiliano. E sulla paternità: “Mi sono chiesto con rammarico perché non sono nato Malgioglio”
Ospite del talk show condotto da Francesca Fialdini, il conduttore si lascia andare ad un’espressione infelice.
L’intrattenimento di Rai 1 sta uscendo mestamente con le ossa rotte da questa Festa del papà 2023. Se a Domenica In il Sottosegretario alla Cultura Vittorio Sgarbi in compagnia delle sue figlie ha dato ancora una volta sfoggio della sua erudizione con il linguaggio aulico che lo contraddistingue (“C’era una mia assistente che diceva che quelle nate nel 2000 sono tutte tr…”, detta peraltro davanti a una figlia classe 2000), qualcosa di simile è avvenuto con Claudio Lippi qualche ora dopo all’interno di Dai noi … a ruota libera.
Il conduttore 77enne era entrato nello studio di Francesca Fialdini in compagnia della figlia Federica, commentando dei fenomeni tricologici che lo avevano particolarmente colpito: la capigliatura della presentatrice, probabilmente l’unica novità dello show in tutti questi anni e l’acconciatura di un ragazzo del pubblico.
“E’ italiano?“, chiede Lippi. “Per metà brasiliano“, spiega Fialdini. “Ah ecco, perché“, continua Lippi. “Sempre dal lato umano, cioè un essere umano. Non è un primate“, conclude rischiando di trasformare il programma in una puntata de Il razzismo è servito.
Rassegnata ad aver conquistato la top ten de I Nuovi Mostri, Fialdini cerca di svicolare come quando Mara Venier disse “Ma parliamo di quell’acuto” dopo che Al Bano aveva insinuato l’omosessualità di Paolo Limiti a La Vita in Diretta:
“Claudio, volevo farti gli auguri per la festa del papà”.
Ma qualche minuto dopo avviene l’imprevedibile: Claudio Lippi ci regala una doppietta, come un Osimhen della gaffe. Parlando della differenza tra maternità e paternità, il conduttore ha regalato al pubblico del pomeriggio di Rai1 una battuta d’avanguardia:
“Io ho veramente detto: ‘Perché son nato uomo? Almeno Malgioglio! Niente, neanche quello”.
Probabilmente il conduttore, che solo ieri si lamentava di non lavorare più sul piccolo schermo pur rivendicando di fare una tv educata, non voleva risultare razzista ed omofobo, ma un professionista dovrebbe sapere che non si può entrare nelle case della gente nel 2023 con un’ironia ferma ai tempi in cui era considerato socialmente accettabile – accettabile, non giusto – prendere in giro determinate categorie in quanto nella società era predominante il maschio bianco eterosessuale.