Forse avremmo dovuto intuirlo dalla scelta (furba e riuscita) di Mr Rain al Festival di Sanremo di febbraio scorso: i bambini sono tornati in tv e, forse, sono tornati anche di moda. Ma le sorprese strappalacrime di C’è posta per te non c’entrano.
Partiamo da una banalità: la televisione è ciclica. E così dopo l’abbuffata di generazione zeta e boomer, preferibilmente in gara tra loro, eccoci pronti a vivere un finale di stagione televisiva con i bambini che tornano ad essere i protagonisti. Come già accaduto nel passato. La tradizione è lunga e particolarmente variegata, da Piccoli fans a Ti lascio una canzone, da Bravo, Bravissimo a Chi ha incastrato Peter Pan, da Genius a Zitti tutti! Parlano loro.
Un piccolo assaggio del ritorno alla tv con i bambini (e non tv dei bambini) è stato offerto di recente da The Voice Kids, esperimento (fortunato e che sarà ripetuto) andato in onda per due sere su Rai1, con la conduzione di Antonella Clerici, sfruttando l’ottimo ‘traino’ di The Voice Senior.
Il tassello in più di questo puzzle si chiama La tv dei 100 e Uno ed è stato trasmesso da Canale 5 mercoledì sera, con la conduzione di Piero Chiambretti. Un tentativo un po’ caotico, ma certamente intelligente e coraggioso – soprattutto per la volontà di distaccarsi dal genere del talent – apprezzato solo in parte dal pubblico, visto che la prima puntata non è andata oltre i 2.197.000 spettatori e la share del 16% (e ora il rischio di calo per il secondo appuntamento, previsto per mercoledì prossimo, è dietro l’angolo).
Eccoli, dunque, i primi segnali di quello che potrebbe essere il paradossale futuro imminente della tv nostrana: nel Paese segnato da una crisi demografica ormai permanente, il piccolo schermo prova a recuperare un po’ di innocenza (reale o dissimulata, poco importa, ma questo è un altro discorso) affidandosi al mondo dei più piccoli.