La TV dei 100 e uno su misura di Chiambretti, ma lo è anche sul pubblico popolare?
La TV dei 100 e uno non segna solo il ritorno di Piero Chiambretti, ma mette alla prova persino il pubblico di Canale 5.
Quando Piero Chiambretti fa nuovamente capolino capisci che devi prepararti a qualcosa che è fuori dai banali schemi televisivi. Così è stato. La TV dei 100 e uno (seguito ieri in liveblogging) poteva essere l’ennesimo programma in cui i bambini aprivano bocca solo per dire una semplice frase passata per la testa e invece no, la TV dei 100 e uno con uno schema non semplice da seguire – dati i ritmi, forse troppo frenetici – fa di più. Oltre risaltare un talento, una genialata, apre le porte ad una speranza per le nuove generazioni con spazi (e sprazzi) di varietà e riflessione. C’è la canzone, c’è il ballo ma c’è anche la parola su temi anche poco ‘scolastici’.
I 100 protagonisti che vogliono prendersi la TV
Qui c’è una televisione presa come uno scettro da mostrare al pubblico, i bambini vogliono essere protagonisti e prestarsi ad un social diverso dal solito per qualche ora, magari staccando gli occhi dal solito TikTok. Non si trovano davanti alla fotocamera di uno smartphone, bensì all’occhio maestoso della telecamera di uno studio tv (niente di meno). Caratteristica fondamentale per non sfigurare? Non avere paura di niente.
Chiambretti nei suoi programmi ha sempre avuto un occhio di riguardo in più per i caratteri che fanno emergere i suoi ‘personaggi’, in questo contesto lui non solo appare come il maestro che deve accudire i 100 bambini, ma si fa avanti persino come talent scout (e se lo può permettere) scovando personalità e stranezze.
L’imprevedibilità ‘Chiambrettiana’
Da cosa riconosciamo che la TV dei 100 e uno è un programma condotto da Piero Chiambretti? Dal suo stile ‘random’, forse un po’ complicato da digerire per un pubblico popolare. Non c’è trasmissione in cui non ci sia qualche ‘effetto speciale’ a schiaffo (forse disturbante per alcuni) che spezza i ritmi. Lo notiamo durante gli interventi degli ospiti in studio (ieri Paolo Bonolis, Michelle Hunziker e – a sorpresa, ma mica tanto – Sfera Ebbasta).
Dopo un primo scambio di battute con il vip al centro dell’arena dei 100 (vestiti tutti in giacca e cravatta), la seconda parte dell’intervista si sviluppa attraverso le più strane domande dei 100 protagonisti ricordando il format del Chi ha incastrato Peter Pan? che fu. Il Dejà vu lo coglie bene Paolo Bonolis che, nella più classica legge del contrappasso, da conduttore si è ritrovato ospite di una trasmissione che ha strizzato l’occhio al suo storico programma. Gli interrogativi dei piccoli mantengono quel sano effetto imprevedibile alla quale l’ospite si deve tenere pronto. Bonolis però è uno che davanti all’improvvisazione si sfrega le mani, perciò si va sul sicuro, anche quando nel bel mezzo di una sua risposta all’improvviso viene sparato uno stacchetto coreografato dai piccoli protagonisti, loro vogliono prendersi la scena e ci riescono ma resta sempre quel neo: al pubblico popolare piace questo ‘schiaffo’ fulminante?.
La stessa situazione si riprende anche con Michelle Hunziker, che si è pure divertita a reinterpretare Thriller di Micheal Jackson, ma il suo spettacolo non è terminato una settimana fa?
La vetrina
La trovata del sogno da esaudire in una sera è una carezza. Nella mente il flashback porta all’attesa del regalo di Natale sotto l’albero, ma la realizzazione del sogno ma in un contesto televisivo altro non è che una Carrambata in piena regola (ma in versione teen), su questo fronte nulla di nuovo.
La TV dei 100 e uno dunque si candida ad essere una vetrina per nuove leve dell’intrattenimento: ballerini, cantanti, musicisti. Non c’è una gara per far vedere chi è più bravo di chi, c’è un’idea di base: mostrare quanto si può essere più intelligenti o talentuosi degli adulti e dar spazio e maniera per dimostrarlo senza essere volgare.
Per la cronaca, il primo dei tre appuntamenti è stato seguito da 2.197.000 telespettatori ed il 15.95% di share.