Cultore della programmazione televisiva di La7, attore nel restante tempo (a teatro da novembre con Ho sbagliato tutto, scritto da lui e Cristiana Mecozzi, con la regia di Riccardo Marchesini), Alessandro Arcodia fa parte con i suoi contenuti preparati ogni settimana, dopo essere andato ad una mostra, di Splendida cornice, il nuovo programma di Geppi Cucciari, in onda ogni giovedì sera su Rai3.
Paolo Pagliaro, nel “punto” che ha fatto ironicamente su di te, ti definisce con tue parole “attore, cantante, presentatore, content creator, autore e ukulelista”. La domanda ironica che si fa però è: “C’e qualcosa che Alessandro Arcodia sa fare davvero?”. Oggi tu come risponderesti a questa domanda?
Probabilmente no, ma sono stato molto fortunato ultimamente. Ho studiato molte cose, più o meno so fare molte cose, però diciamo che la mia fortuna è arrivata nell’ultimo anno, ma non perché so fare delle cose.
Quando e come è nata la tua passione per i programma e per i volti di La7?
Direi dal 2011, quando ho iniziato a scoprire questa rete piena di contenuti politici, con gente che urlava. Da lì è diventato come una serie tv, a cui ti appassioni. Era da un po’ che volevo fare un contenuto su La7.
Com’è nata la collaborazione con La7?
Mi hanno chiamato quelli di La7 quando hanno visto il mio contenuto e mi hanno proposto di trascorrere una giornata a La7 in cui conoscere tutti i volti della rete. Da lì abbiamo fatto una serie di video con l’intento crossmediale di portare i volti di La7 a fare delle cose con me, in un contesto diverso da quello televisivo.
Da questo progetto crossmediale è nato poi il tuo impegno televisivo prima con Libri In Onda di Concita Di Gregorio e poi con Splendida Cornice di Geppi Cucciari. Come è cambiato il tuo modo di fare contenuti, tenendo in considerazione il nuovo mezzo con cui ti sei dovuto confrontare?
Gli autori di Splendida Cornice mi hanno sempre lasciato molto libero. Il mio stile si mantiene tale, cambia l’oggetto dei contenuti: io normalmente sui social parlo delle brutture di Roma o della Liguria, invece per Splendida Cornice vado a vedere mostre. Il racconto sulla televisione è poi leggermente più dilatato.
Hai altre due esperienze televisive alle spalle: una partecipazione alle selezioni di X Factor 3 con gli Spencer Wi Fi e l’esperienza da vj a Mtv Italia. Quale ricordi con più affetto?
L’esperienza di X Factor mi ha fatto capire che la tv mi piaceva di più di altre cose, ma è stata alla fine l’esperienza fugace di una sera. Ci avevano messo insieme, dopo che avevamo fatto i casting singolarmente, per formare una boy band. Ci siamo visti per un mese circa e con uno di loro (Michele Sodano, ndr) sono rimasto amico anche dopo. Anche l’esperienza di Mtv è arrivata in quel periodo, ma è un’esperienza che è finita perché come ci dicevamo con Brenda Lodigiani, con cui conservo l’amicizia, il vj era diventato uno di quei lavori che gli italiani non volevano più fare. Io in quel periodo pensavo di avere una karma che mi portava ad arrivare nei progetti quando la nave stava affondando, perché mi era già successo con Cocciante, quando, a fronte della prospettiva di una tournée che doveva durare molto tempo, sono stato un anno e poi è finita lì. Andare in onda sei mesi in tv con delle aspettative, che poi non si realizzano e di conseguenza abbandonare il teatro e perdere anche quel giro lì, mi ha creato più problemi che altro.
Dopo quell’esperienza come ti sei reinventato professionalmente?
Sono tornato gradualmente a fare teatro: per fortuna avevo studiato musical e quindi un lavoro potevo averlo. Ho fatto la vita che fanno tutti gli aspiranti attori che si trasferiscono a Roma e mi sono barcamenato come tanti che amici che in quegli anni hanno fatto Amici.
Oggi cosa sogni di fare per il futuro?
La mia vita non è stata mai così aderente, come in questo momento, a quello che volevo fare. Spero che la mia strada sia questa: ho lavorato a dei progetti sia teatrali che video e mi auguro che anche Splendida Cornice possa avere tante altre edizioni in cui vogliano continuarmi ad avere.
La tv dà probabilmente una stabilità maggiore rispetto ai social. Ti piacerebbe fare sempre più tv nei prossimi anni?
Mi auguro di fare più televisione, anche perché sui social non mi piace fare sponsorizzazioni e quindi mi piace se i tipi di contenuto che realizzavo e realizzo ancora sui social possono arrivare anche altrove. Sono molto grato comunque a queste piattaforme che mi hanno permesso di andare dall’altra parte: alla fine l’obiettivo era quello.