Come finisce La Porta Rossa 3? Il finale non prende in giro il pubblico e conferma il mix tra sovrannaturale e noir
Finalmente il pubblico ha scoperto se Cagliostro (Lino Guanciale) ha varcato la porta rossa che da tre stagioni sta cercando di attraversare
A sei anni di distanza dalla prima puntata, La Porta Rossa si è concluso. E lo ha fatto con un finale, quello della terza stagione, che non lascia scampo a ipotesi de La Porta Rossa 4. Ma lo sapevamo da tempo, che l’ultima puntata de La Porta Rossa 3 sarebbe stato il finale di una serie che ha sorpreso tutti, regalando a Raidue ascolti che da tempo non aveva con la fiction e soprattutto portando il pubblico a scoprire un drama soprannaturale tutto italiano. Come finisce La Porta Rossa 3? Non vi resta che continuare a leggere…
La Porta Rossa 3, ultima puntata
Dopo il colpo di scena della sesta puntata, in cui Anna (Gabriella Pession) muore a causa dell’esplosione della sua auto, scopriamo cosa è veramente successo. Luka Levani (Paolo Mazzarelli), il custode del Centro Studi con cui la Meyer aveva iniziato una relazione, anni prima ha tentato di uccidere il padre di Vanessa, che era nella stessa casa famiglia di Cagliostro (Lino Guanciale) e che spacciava. Levani non voleva che l’uomo lasciasse il traffico di droga che avevano avviato.
Cagliostro, giovane ed inesperto, si era messo ad indagare e, visto Levani (ma di spalle, senza riconoscerlo in volto), gli si butta addosso, salvando la vita al padre di Vanessa (Valentina Romani) e prendendosi lui il colpo di pistola. In questo modo permette a Vanessa di nascere: ecco perché è la sua ombra.
Levani è stato riconosciuto da Anna al concerto perché indossava lo stesso giubbotto con un geco rosso che indossava quando aveva provato ad uccidere il padre di Vanessa, proprio come gli aveva raccontato tempo prima Cagliostro. Non solo: è lui dietro la produzione della Red Geko, la nuova droga che sta dilagando a Trieste, evoluzione di quella su cui stava indagando Cagliostro prima di essere ucciso. Ed è lui che ha messo l’esplosivo sotto l’auto di Anna, non per ucciderla, ma solo per spaventarla ed indurla a rinunciare alle indagini che avrebbero portato a lui.Eleonora (Cecilia Dazzi) aveva capito che al Centro Studi in Slovenia i ragazzi assumevano della droga: avverte Luka che dirà tutto ad Anna, ma non sa che l’uomo, per tranquillizzarla, le ha fatto bere dell’alcol contenente la Red Geko. La donna aveva visto Cagliostro fermo sulla strada, ma non sapeva che fosse sotto il controllo di Ksenia (Giulia Sangiorgi), che usava il suo potere per provocare il black-out che ha colpito Trieste ad inizio stagione. Ha provato ad avvertire la sorella Stefania (Alessia Barela), ma la droga ha fatto effetto in quel momento, portandola con la sua auto fuori strada.
Nonostante le raccomandazioni di Cagliostro, Vanessa vuole vendicarsi ed uccidere Luka. Ad impedirglielo Cagliostro, che la fa cadere nel vuoto, realizzando così la visione che lo ha tormentato per tutta la stagione. Ma non l’ha uccisa: Vanessa è caduta su un ponteggio di un’impalcatura, e grazie a Paoletto (Gaetano Bruno) nessuno saprà del suo gesto.
A Vanessa non resta che dimenticare la nottata appena trascorsa, cercando di recuperare il rapporto con Filip (Pierpaolo Spollon). Il ragazzo era appena partito per la Danimarca con Federica (Valentina Munafò), ma è tornato indietro proprio per Vanessa.
Con Levani arrestato e l’indagine sulla morte di Eleonora ed Anna chiusa, per Cagliostro non c’è più davvero motivo di restare. Chiede a Vanessa -che ha lasciato il Centro Studi e vive nell’appartamento di Anna- di poter parlare una volta con sua figlia. La ragazza glielo acconsente: Cagliostro dice alla figlia che lui e la madre saranno sempre dentro di lei, e le raccomanda di sbagliare tanto, perché solo così imparerà.
Giunge così il momento dell’addio: dopo essere svanito dagli occhi di Vanessa, Cagliostro si ritrova davanti alla porta rossa sul tetto dell’edificio in cui è stato ucciso. Mentre ci si avvicina, si chiede cosa troverà dietro, se potrà godere di un Paradiso (per lui sottoforma di sabato pomeriggio) o se comincerà un’altra vita. Ma noi non lo sapremo, perché, come dice Cagliostro, questa è un’indagine che deve condurre da solo, come tutti quanti. E se nella vita la fine non esiste, nelle storie sì.
La Porta Rossa, un mix che speriamo apra una strada in Italia
Ci ricorderemo de La Porta Rossa per essere stata la serie tv che ha davvero osato, unendo due generi di tendenza all’estero, ma che in Italia difficilmente hanno avuto successo messi insieme, ovvero il noir ed il sovrannaturale. Il lavoro di Carlo Lucarelli e Giampiero Rigosi è stato attento e preciso, senza strafare né da un lato né dall’altro.
Così facendo, La Porta Rossa è riuscito a conquistare un pubblico in cerca di una serie che parlasse al pubblico italiano usando però un linguaggio nuovo, fresco e provocante, che si spera possa essere bissato con altri progetti. Un mix la cui fortuna è dovuta anche all’interprete principale, quel Lino Guanciale che in questi anni ha trovato anche altri ruoli da esplorare ma che non ha voluto rinunciare a quest’ultimo capitolo.
Perché La Porta Rossa, proprio come dice Cagliostro nelle ultime scene, è stato costruito come una storia vera e propria, una saga a tre atti, capace di sviluppare i propri personaggi secondo le esigenze della narrazione ma anche di tenere in sospeso la domanda che fin dall’inizio il pubblico si è posto: “Riuscirà Cagliostro a varcare la porta rossa e trovare pace?”. Un quesito che è diventato ossessivo per il protagonista e che si è tramutato nell’elemento orizzontale delle tre stagioni. E che, com’è giusto che sia, ha trovato la sua conclusione con un finale che chiude ogni questione, senza giocare o prendere in giro il pubblico.