Mentre gli addetti ai lavori continuano a interrogarsi sul reale valore del mercato dei podcast e si chiedono se rappresenti una nicchia alla stregua di Twitter, se sia invece il terreno fertile per il futuro dell’audiovisivo e se la saturazione sia ormai dietro l’angolo (piccolo spazio pubblicità: seguite TvBlog Pills, il podcast di TvBlog), la vecchia cara Rai si dimostra l’azienda televisiva più sensibile a quel mondo lì. E così, dopo la Bobo Tv, ecco che sta per debuttare sulle reti della tv pubblica Muschio Selvaggio, come vi abbiamo raccontato nelle scorse ore.
Premesso che l’esperimento delle pillole della Bobo Tv, con gli ex calciatori Vieri, Cassano, Adani e Ventola, su Rai1 durante i Mondiali di calcio in Qatar non è certamente d’incoraggiamento, considerandone l’oggettiva bruttezza televisiva, il tema di fondo resta: quanto la televisione generalista rischi di snaturare format che hanno successo sulle piattaforme digitali sulle quali sono nati e cresciuti (da Twitch a Spotify, passando per Youtube) anche grazie all’utilizzo di un linguaggio tradizionalmente poco televisivo.
Va notato, tuttavia, che per per il momento la Rai ha scelto di puntare su due prodotti digitali con forte caratterizzazione generalista, considerando in primis la popolarità dei protagonisti, Vieri e Fedez (sì, lo stesso che due anni fa circa annunciò di aver querelato la Rai).
Se è vero che Muschio Selvaggio, secondo gli standard della critica televisiva, nonostante ‘dati Auditel’ non male (per gli episodi più riusciti si parla di milioni di visualizzazioni), sarebbe recensito come una lenta e lunga intervista noiosetta con qualche sporadico guizzo brillante, lo è altrettanto che utilizzi elementi narrativi non rivoluzionari, per esempio in termini di ambientazione (un tavolo triangolare in uno studio fisico) e di struttura del talk.
Quali che siano i risultati delle specifiche sperimentazioni, va riconosciuta alla Rai l’audacia nel tentativo di aggiornare il racconto dei grandi eventi (Mondiali di calcio, Festival di Sanremo), aggiungendo, non solo su Rai Play e non solo sui social, a quella lineare una modalità contemporanea molto familiare al pubblico più giovane. Insomma, l’apertura della tv pubblica al mondo dei podcast è una buona notizia non solo per la Rai, ma per tutti.