Vialli, il ricordo della ‘sua’ Sky: “Fu la prima faccia del nostro primo spot. E’ stato un esempio”
Vialli fu volto di Sky fin dalla sua fondazione, nel 2003. I ricordi di Giovanni Bruno, Fabio Caressa e Alessandro Bonan
Se sul fronte calcistico Gianluca Vialli fu patrimonio condiviso da Cremonese, Sampdoria e Juventus, in ambito televisivo il matrimonio è stato soprattutto con Sky, che l’ex calciatore ha accompagnato fin dalla sua fondazione in Italia, avvenuta nell’agosto del 2003.
E proprio la tv satellitare, per tutta la giornata di venerdì, ha voluto omaggiarlo, con aneddoti e ricordi di chi ci ha condiviso lunghi pezzi di strada. A partire da Giovanni Bruno che dovette convincere Vialli al grande salto, vent’anni fa. “Tom Mockridge mi disse che per fare subito la grande tv era importante la facciata. ‘Cosa mettiamo in mostra?’, ripeteva. ‘Devi andare a parlare con Gianluca, a noi sarebbe molto utile’. Non c’era ancora una padronanza nelle scelte, c’erano solo ipotesi. Una cosa era certa, Vialli era nelle grazie della proprietà. Allora partii per Londra, mi accolse a casa sua e fu un vulcano. Mi mise nella sala della televisione, c’era Sky Uk, ho passato tutta la giornata a vederla. ‘Dobbiamo copiare bene gli inglesi’. Era un maniaco della perfezione”.
Toccante anche il contributo di Fabio Caressa: “Fu la prima faccia del primo spot di Sky. Sky nacque con Vialli che faceva il dottore che faceva nascere il bambino e quel bambino era Sky. I passaggi storici di Sky li ha fatti Luca con la sua immagine. Fu il primo a parlare al Club, dopo Mario Sconcerti”. Poi un’ennesima testimonianza della sua professionalità: “Voleva partecipare alle riunioni di scaletta, voleva sapere prima le cose. Gli piaceva improvvisare, ma voleva avere delle basi. Era attento alle cose che faceva, qualunque cosa fosse”.
In serata è stata la volta di Calciomercato L’Originale che, eccezionalmente, ha archiviato trattative e trasferimenti per dedicare la puntata interamente alla figura di Vialli.
“C’è il dovere di onorare la sua memoria come meglio possiamo”, ha dichiarato Alessandro Bonan. “Per noi è stato un esempio, ha rappresentato un punto di riferimento, una guida. E’ stato un compagno di tante trasmissioni, di tanti momenti divertenti. Era portato, sapeva fare la televisione e sapeva probabilmente di saperla fare. Era bravo nel comunicare, era rispettoso delle persone che lavoravano dietro le quinte. A Sky creò un duo strepitoso a Paolino Rossi”. Una collaborazione, quella con Pablito, celebrata con la riproposizione di immagini storiche di Attenti a quei due, talk sulla Champions League che li vide protagonisti per diverse stagioni.
L’appuntamento si è concluso con la lettura di una lettera, all’epoca pubblicata su Il Foglio, che Bonan spedì a Vialli nel 2018, quando l’Italia venne a conoscenza della sua malattia: “Vialli è stato un calciatore importante. Era uno di quegli attaccanti con le spalle larghe e le gambe veloci. Segnava gol facili e impossibili. Era un equilibrista acrobatico. Conosceva l’arte della finta e quella del tiro a rete con potenza. Sapeva essere leggero e pesante. Veloce e immobile, di fronte alle intemperanze degli avversari. Al tempo della Sampdoria, gli capitava di giocare con i calzini abbassati. Sembrava una sfida ai difensori ostili, come a dirgli che quelle gambe così svelte era impossibile toccarle. Probabilmente esorcizzava la paura, o meglio la affrontava, ne provava a toccare qualche nervo. La paura è una parte importante della nostra vita. Ci aiuta a essere presenti, attenti, sensibili. La paura è un atto di coraggio, e il paradosso non esiste. Vialli oggi ha certamente paura, ma continua a giocare con i calzini abbassati, finta e controfinta, ansimante, con i polmoni a fisarmonica che si aprono e si chiudono. Vita pura nel momento in cui è assalito dai pensieri“.