MasterChef Italia è tornato, per ora col grembiule Grigio
MasterChef Italia ha riaperto le sue porte: assaggi e storie mostrano una classe di qualità, ma manca – per ora – un po’ di ‘spinta’…
Sarà che ci siamo abituati troppo bene, ma le prime due puntate di MasterChef Italia 12 – il cooking show Sky Original prodotto da Endemol Shine Italy che ha debuttato questa sera, giovedì 15 dicembre, su Sky e in streaming su NOW – hanno offerto meno brividi degli scorsi anni. O meglio gli ingredienti ci sono tutti, con i giudici sempre in grande spolvero, un montaggio sempre ben congegnato e un parterre ampio di concorrenti, ma c’è qualcosa di meno graffiante del solito.
Si sa, come negli anni scolastici ogni classe fa storia a sé e forse questo primo giro di concorrenti, tra ammessi e rimandati alle Sfide, non ha offerto tantissimo. Non che manchino le storie interessanti, ma forse dopo l’intensità dei racconti del post Covid dello scorso anno, quest’annata si presenta più ‘monotona’ per storie e personaggi. Non che ci si annoi agli assaggi, o almeno non tanto: l’inizio è scoppiettante con Francesca, 39enne dalla vita avventurosa e dalla parlantina infinita, che vuole diventare la nuova Artusi e il cui “Grazie!” commuove fin dal primo grembiule Bianco; si continua poi anche con qualche ‘caso’ disperato piazzato dal casting per fare show, ma c’è anche qualche storia che resta attaccata addosso.
È il caso di Hue, la vietnamita di stanza a Salerno che condensa in sé tutto quello che MasterChef vuole rappresentare, soprattutto nell’idea dei giudici di questi ultimi anni: Imparare, praticare, sperare e sognare è il nome che dà al suo piatto, una fusione italo-vietnamita che sintetizza la filosofia stessa del programma. Quando poi dice che se vincesse comprerebbe tutti i libri dei grandi chef, ora troppo cari per lei, e avvierebbe un processo di traduzione in vietnamita come fai a non darle un Grembiule?
A vedere queste prime due puntate di selezione si ha l’impressione che il personaggio torni a orientare le scelte, almeno fino a quando non si assiste agli assaggi: non c’è una scelta di comodo, ma una scelta di qualità. “Ma tu hai capito che ci siamo messi tra i matti?” commenta Bruno e Cannavacciuolo replica: “Sì, ma com’era il piatto?“. Ecco, talento e qualità restano le chiavi della selezione, assunto che noi di questi giudici ci fidiamo.
E a proposito di fiducia, il mantra dei giudici quest’anno sembra essere uno solo: credere in se stessi e nelle proprie capacità, a prescindere da tutto. Che si sia 18enni all’inseguimento di una passione, che si sia trentenni in cerca di una nuova vita, che si sia cinquantenni alla ricerca di una nuova occasione per vivere. Il casting resta sempre un’interessante rassegna dell’Italia di oggi, che unisce personaggi insospettabili a straordinarie storie di tutti i giorni, come quella di Ivana che a 35 anni ha lasciato il marito per un prete, l’ha sposato e ne è rimasta vedova da poco o quella del giovane e talentuoso Antonio Gargiulo che partecipa di nascosto perché i genitori lo vogliono laureato, ma lui pensa alla cucina e che ora non sa come dire loro che è nella MasterClass del 2022-2023.
Per quanto MasterChef Italia creda ormai fortemente in se stesso, non solo perché alla 12esima edizione e peraltro con una rinascita marcata negli ultimi anni, non smette di cercare qualche innovazione: lo fa, ad esempio – ma vado a memoria – con l’inserimento per la prima volta di un cliffhanger tra la prima e la seconda puntata della serata legato al verdetto di un live cooking. Non mi sembra ci fosse nelle precedenti edizioni ed è un modo per legare tra loro anche le puntate delle selezioni. Elemento interessante, ma che viene depotenziato dalla lunghezza delle puntate: ormai siamo a due puntate da 90′ – ma non da oggi – e da questo punto di vista ci troviamo sempre a ripetere le stesse cose, ovvero che i 50 minuti hanno un senso e un gusto, mentre i 90′ rischiano di appesantire anche i piatti più riusciti.
Diciamo che a ora a questo piatto gustoso, equilibrato, di qualità manca quella che i giudici definirebbero un po’ ‘di spinta’, almeno per adesso. E allora per adesso diamo al programma un Grembiule Grigio: come dice Cannavacciuolo, il Grembiule Grigio è anche meglio del Grembiule Bianco perché dà la possibilità di studiare ancora e di mettersi alla prova. E allora aspettiamo di vedere MasterChef Italia agli ‘skill test’ delle puntate standard. Ormai ci hanno abituato male e vogliamo di più, sempre di più…