È stato il suo anno? Qualcuno potrebbe dire di sì. Di sicuro Mario Acampa esce da questo anno diverso da come lo avevamo conosciuto poco più di un anno fa proprio all’interno di un’altra intervista su TvBlog. Arrivato su Rai1 come inviato, prima a Estate in diretta e ora a Storie italiane, domenica condurrà insieme a Francesca Fialdini il Junior Eurovision Song Contest, a cui è legato già da cinque anni, quando la manifestazione veniva trasmessa su Rai Gulp. Per questo TvBlog ha deciso di tornare ad intervistare Mario Acampa.
È stato l’Eurovision a svoltarti questo 2022?
Televisivamente parlando quella è stata una vetrina importante, nata per caso, con la mia sostituzione all’ultimo di Gabriele Corsi all’Allocation Draw. Ho avuto l’occasione di poter intervistare gli artisti di tutto il mondo, compresi i nostri rappresentanti, di relazionarmi in inglese quotidianamente, di condurre in eurovisione il Torquoise Carpet: per tutto questo l’Eurovision 2022 rimarrà un’esperienza indimenticabile.
Credi che senza l’Allocation Draw a maggio non sarebbe arrivato per te l’Eurovision?
La scelta di volermi anche a maggio credo sia nata indipendentemente dall’Allocation Draw: a gennaio probabilmente neanche si pensava a quello che si doveva organizzare per le semifinali e la finale di Eurovision. Di sicuro l’Allocation è stato un buon banco di prova. Sono contento che la Rai comunque abbia valorizzato con questa opportunità chi come me aveva alle spalle una gavetta di 12 anni in azienda. Per me è stato gratificante e sono felice che mi sia stato riconosciuto questo percorso.
In un’intervista hai raccontato che i tuoi genitori “lavoravano in una latteria e avevano un supermercato”. Per te è un riscatto oggi essere su Rai1?
Proprio in negozio dai miei genitori ho imparato ad avere a che fare con le persone: era un negozietto di alimenti nella periferia di Torino e avevamo un rapporto abituale con i nostri clienti. L’essere oggi su Rai1 lo considero parte di quel percorso iniziato quando ero piccolo: mi piace continuare a parlare alle persone come se stessi nel negozio di mamma e papà.
Per te il debutto a Storie italiane è avvenuto come inviato da Londra per seguire l’addio alla Regina Elisabetta. La conoscenza dell’inglese ha giocato a tuo favore?
A Storie italiane, che è un programma principalmente di cronaca, io mi occupo della parte di spettacolo. In questo caso era un evento funesto, ma si trattava comunque di un evento globale. La padronanza della lingua inglese può avere giocato a mio favore, ma questa è solo una mia supposizione.
A Estate in diretta hai avuto a che fare anche con casi di cronaca nera. Come ti sei confrontato con questi argomenti?
È nelle mie corde, forse per le origini napoletane da parte di padre, cercare di affrontare la vita con il sorriso, quindi sono naturalmente più propenso a fare una battuta e a condurre con il sorriso. A partire da O anche no e poi con Estate in diretta ho iniziato però a raccontare storie: anche in quelle più dolorose e drammatiche credo che sia necessario immergersi per poterle raccontare. Quando torno a casa da una storia di cronaca nera, rimango turbato per un po’, non riesco a distaccarmi del tutto da quello che ho appena raccontato.
Non avendo un background giornalistico, ti è capitato di sentirti “scoperto” nell’affrontare casi di cronaca nera?
Avendo una laurea in giurisprudenza no: ho sostenuto esami di criminologia, diritto penale e procedura e ho anche frequentato un corso di medicina legale. Quando ho affrontato casi di cronaca nera, ho fatto appello alle competenze tecniche che ho acquisito con lo studio.
La prossima domenica arriva su Rai1 il Junior Eurovision. Tu sei alla conduzione dal 2017. Come state lavorando per portarlo su Rai1?
Ci stiamo lavorando con l’entusiasmo di chi sa lo scoglio principale è stato già affrontato, ovvero portare l’Eurovision su Rai1. Adesso noi ci stiamo preparando a fare scoprire un altro aspetto dell’Eurovision, ovvero il Junior, legato ai ragazzi fino a 16 anni. Cercheremo con Francesca di mantenere il giusto spirito di leggerezza per conoscere quello che succede al di là dei nostri confini.
I primi mesi su Rai1 ti danno già una buona tranquillità o la diretta su Rai1 spaventa sempre?
Sono più emozionato per l’evento che per la diretta su Rai1.
Non ti spaventa neanche il numero che si leggerà il prossimo lunedì legato agli ascolti?
No, io trovo che sia meraviglioso che l’azienda metta su Rai1 un prodotto che noi da anni facciamo su Rai Gulp.
Per il 2023 l’obiettivo è arrivare alla conduzione di un programma tutto tuo?
Il mio sogno è continuare ad esprimere l’urgenza comunicativa che ho, continuandolo a fare con un pubblico generalista. Mi divertirei sicuramente con un quiz che possa unire divulgazione e intrattenimento che sono le cose che amo di più.