Propaganda Live, Diego Bianchi su Soumahoro: “Non siamo imbarazzati, siamo i più inc@zzati di tutti…”
Propaganda Live affronta il caso Soumahoro tra voci sottovalutate, accuse rispedite al mittente e il timore che a pagare saranno i più deboli
Propaganda Live ha ‘affrontato’ il caso Aboubakar Soumahoro nella settimana che ha visto il neo-deputato di Sinistra Italiana al centro di una bufera mediatica e politica legata ad indagini sulla condotta di una cooperativa della suocera, accusata – tra l’altro – di non pagare i propri dipendenti. Un caso che non vede il sindacalista indagato, ma che è stato condito da foto social della moglie con beni di lusso che hanno alimentato sospetti e accuse. Una settimana di minacciate denunce e di lacrime su Instagram da parte del deputato di SI, che sono sfociate nell’intervista live a PiazzaPulita, che non ha convinto nessuno. Neanche Diego Bianchi e la squadra di Propaganda Live che ha raccontato le azioni del sindacalista Soumahoro, che gli ha dato certo visibilità, che per qualcuno ha creato il personaggio. Ed è proprio partendo da un tweet di Gasparri in cui chiama in ‘correità’ lui e il programma che Diego Bianchi apre la pagina a lui dedicata.
Una pagina tesa, un fiume in piena. Si avverte tutto il nervosismo di Bianchi contro tutti, in fondo: contro la Destra – di cui sottolinea però la capacità di stare compatti anche di fronte a Ruby nipote di Mubarak – che però si è lasciata scappare l’occasione di scoprire gli scheletri del neodeputato; contro la Sinistra, che lo ha scaricato in un nanosecondo; in fondo sembra ce l’abbia anche un po’ con se stesso per aver sottovalutato alcuni rumors che arrivavano dalla Puglia, da Latina, dai report che sono arrivati da membri del PD, oggi impegnati a specificare che certe decisioni sono state prese da altri, all’insaputa di tutti.
Al di là della vicenda politica, si sente tutta l’amarezza e la delusione, anche il nervosismo di Bianchi nel rispondere, di fatto, al ‘convitato di pietra cui il tweet di Gasparri dà voce. La sintesi del blocco è che non ha nulla di cui scusarsi: il succo è che in tanti hanno sottovalutato le voci che arrivavano, che Soumahoro ha fatto il proprio percorso a prescindere dal programma, che lo ha ospitato in studio 2 o al massimo 3 volte e che non è colpa sua se un partito decide di candidare qualcuno perché andato a Propaganda, perché arrivata in copertina sull’Espresso di Damilano, perché ospite a Che Tempo Che Fa. Come se questi fossero i principi di garanzia sufficienti per una candidatura, come bollino di garanzia che però non è bastato.
“Stiamo parlando comunque di una persona che hanno incontrato tutti, anche quello più a sinistra di tutti, Papa Francesco… stiamo parlando di un fenomeno di questa portata…”
dice Bianchi, sottolineando che Propaganda ha una prevalente funzione di racconto, più che di investigazione. E proprio per questo ci tiene a riproporre il filmato della prima volta in cui incrociò Aboubakar, nella Piana di Gioia Tauro, all’inizio del giugno 2018, quando il Governo Conte 1 aveva appena giurato, quando il neoministro dell’Interno Salvini aveva detto che per i migranti era “finita la pacchia”, quando i braccianti protestavano per la morte di Soumayla Sacko, “ucciso da un italiano” – ricorda Zoro – perché sorpreso a rubare delle lamiere con cui costruire una capanna che non rischiasse di andare a fuoco come successo non molto tempo prima ad altri braccianti. Quel primo intervento pubblico, immortalato da Zoro sul posto, svelò un uomo dalla proprietà di linguaggio impressionante per la media nazionale -intesa come autoctona – e una presenza politica notevole. Da lì l’ospitata a Propaganda e l’attenzione dei media.
“Non lo stiamo scaricando” dice Diego Bianchi, ma quantomeno per adesso se ne prende le distanze in attesa di capire, in attesa che Abou chiarisca la propria posizione.
“Sì, ieri mi continuavano ad arrivare messaggi… lo abbiamo visto a PiazzaPulita. Ci ha convinto? No! Lui, le borse, i libri… non ci ha convinto. Deve chiarire tante cose! Perché noi siamo incazzati più di tutti su questa storia! Siamo incazzati, delusi, amareggiati, non imbarazzati!”
dice tutto di un fiato Bianchi in questo lungo segmento che sembra fatto con un’unica presa di fiato tante sono le cose da dire, tanto è difficile la posizione di dover dividere tra ‘personaggio’ e ‘battaglia’. Perché se c’è un motivo per cui Bianchi è incazz@to è che questa storia, come spiega, ha offerto il fianco per colpire il vero bersaglio, ovvero quel che Soumahoro ha rappresentato e rappresenta. Perché, ricorda il conduttore, il sindacalista ha condotto battaglie sul campo, era stato proprio due settimane fa a Catania per seguire la vicenda del blocco della Geo Barents e dello sbarco selettivo che ne è seguito – al centro degli ultimi due reportage di Zoro.
“E’ stato uno dei pochi che in questo mese l’opposizione nelle parole e nei fatti l’ha fatta, sia contro la Meloni sia sulla questione delle Ong […] ma siamo incazzati con lui per le tante cose che deve chiarire a lui e a tutti quelli che portano avanti le lotte che lui ha rappresentato e che sono quelli che da questa storia ci stanno rimettendo e ci rimetteranno più di tutti e che sono, secondo me, il vero bersaglio dell’accanimento che c’è su quello che Aboubakar rappresenta, al di là delle responsabilità che speriamo vengano chiarite ed accertate”.
Questa storia, insomma, rischia di minare anche la credibilità del programma e immaginiamo che questa sia un’altra delle ragioni della rabbia di Bianchi e dell’intera squadra. Ecco perché si è tornati all’origine, a come tutto era iniziato, a Soumayla Sacko, il cui volto campeggia sulla maglia di Zoro. Si è partiti da quello, si è partiti dal racconto di condizioni disumane. E il racconto di Propaganda Live vuole ripartire da lì.