Cronache Criminali: non un semplice programma di cronaca nera ma molto di più
Cronache Criminali, il nuovo programma di Rai 1 con Giancarlo De Cataldo, si propone come un viaggio a ritroso nella storia del nostro paese.
Cronache Criminali, il nuovo progetto televisivo del magistrato e scrittore Giancarlo De Cataldo, artefice, con le sue opere, di successi televisivi come Romanzo Criminale – La Serie (la migliore serie italiana mai realizzata) e Suburra – La Serie, giusto per citarne due al volo, non si può descrivere come un semplice programma di cronaca nera.
Il programma che ha esordito stasera nella seconda serata di Rai 1, infatti, con questa prima puntata, si è rivelato, più che altro, un viaggio a ritroso tra le pagine più importanti della storia del nostro paese, epoche e periodi storici che non possiamo non conoscere perlomeno a grande linee ma che dalle quali si possono sempre ricavare nuovi dettagli e inedite chiavi di lettura.
La storia di Terry Broome (modella statunitense che uccise Francesco D’Alessio, rampollo di una famiglia benestante milanese), narrata perfettamente da De Cataldo in un programma dal ritmo serrato, con ricostruzioni non superficiali, diventa, quindi, l’occasione per raccontare la Milano da Bere, gli anni dell’edonismo reaganiano, il lato oscuro che si nasconde dietro il cosiddetto “decennio della leggerezza”, caratterizzato dal rampantismo degli Yuppies, dalle modelle d’oltreoceano alla ricerca dell’affermazione nella moda milanese, dalla voglia di divertirsi, dagli eccessi e soprattutto dalla cocaina descritta come la pandemia degli anni ’80.
Anni che continuano a mantenere un loro fascino, fonte di ispirazione, come fatto notare da De Cataldo, anche per artisti di oggi, il decennio che, seppur caratterizzato da Ustica, da Bologna e dalle stragi di mafia, viene descritto come “l’ultimo decennio felice delle nostre vite”.
Il racconto di De Cataldo, con testimonianze dirette di chi ha vissuto il caso di Terry Broome in prima persona, arricchito da citazioni letterarie, musicali e giornalistiche e con documenti dell’epoca, come scritto in precedenza, è incalzante ma non presenta enfasi, non spettacolarizza dove non ve n’è bisogno. Si va al sodo in brevissimo tempo, circostanza favorita anche dalla durata del programma, con la ricostruzione del caso che non è approssimativa per quanto non possa essere maggiormente approfondita.
Dalla premessa (descrizione del contesto e identikit di Terry Broome) alla ricostruzione del delitto (movente e tentativo di fuga), dal processo alla scarcerazione della modella, il caso trova la propria fine con l’inizio di un’altra pagina della nostra storia recente, lo sconquasso politico di Tangentopoli e Mani Pulite.
Cronache Criminali è un bel programma, scivola velocemente ma ti rimane impresso. Sicuramente, non c’è il coinvolgimento emotivo che solo un caso di cronaca recentissimo può dare al telespettatore ma quello che è certo è che la cronaca nera, quando è raccontata con senso della misura e, soprattutto, se può diventare opportunità per raccontare l’evoluzione sociale del nostro paese, difficilmente, può lasciare impassibili.