Fame d’amore, un pugno allo stomaco che porta in tv i giovani e le loro problematiche
Fame d’amore porta in tv il racconto di una generazione sofferente che grida aiuto dopo gli anni pandemici. La recensione.
Francesca, Sole e Federico sono stati i protagonisti della prima puntata della nuova edizione di Fame d’amore, andata in onda nella seconda serata di ieri su Rai3. Torna per la quarta edizione il programma che ha portato in tv il racconto dei disturbi alimentari e che quest’anno per la prima volta si allarga anche ad altri disturbi che hanno colpito principalmente i giovani negli anni pandemici.
Fame d’amore si è confermato al debutto per quello che è: un pugno allo stomaco che ci porta dentro al disagio che migliaia di adolescenti vivono quotidianamente. Si parte con due storie legate ai disturbi alimentari, a cui si aggiunge quella di Federico legata invece a disturbi psichiatrici.
Le storie, vere protagoniste del programma, in cui Francesca Fialdini di fatto svolge il ruolo di voce narrante oltre che di cordone narrativo per legare e unire fra loro alcune della pagine che costruiscono il racconto di puntata, raccontano proprio il titolo della trasmissione, la fame d’amore che questi ragazzi non vedono saziata per le più svariate ragioni.
“Io mi odio e quindi cerco qualcuno che mi ami al posto mio” sintetizza al meglio Sole raccontando il suo disturbo. Fame d’amore porta una realtà raccontata senza tabù nella seconda serata di Rai3, che diventa così spazio per fare emergere tutto quell’amore che manca e tutto quel disagio che si sperimenta quando non si riesce ad amare per primi se stessi.
È forte, potente, non fa sconti, non cerca di rendersi patinato per arrivare a tutti, è ruvido e aspro come lo sono le vite dei protagonisti. È uno spaccato potente di un pezzo di società che spesso si ignora o si preferisce non vedere. È qualcosa che la tv deve raccontare e Fame d’amore lo può fare in una fascia in cui non ne viene condizionato il linguaggio e le storie da raccontare.