Tutto per mio figlio, dal passato una storia che parla al presente: la recensione
Umberto Marino non calca la mano in una storia di impegno civile rivolta a tutte le generazioni
I piccoli gesti possono fare grandi cose: il messaggio di Tutto per mio figlio è racchiuso qui, in questa frase apparentemente semplice ma dalla grande forza di significato. La fiction Rai, che ormai ci ha abituato a grandi saghe e personaggi eroici, ogni tanto torna a fare un po’ di impegno civile, offrendo spunti di riflessione e di ricordo.
La storia narrata nel film-tv di Umberto Marino è tratta da un fatto realmente accaduto: seguendo l’evoluzione della trama, però, non viene da chiedersi quanto sia stato cambiato rispetto al fatto storico. Piuttosto, a catalizzare la nostra attenzione è un protagonista davvero comune, interpretato da un volto ormai di garanzia per le serie italiane come Giuseppe Zeno.
Tutto per mio figlio è così fiction di impegno civile che ricorda che tutti possono fare la propria parte per contrastare la criminalità organizzata. Tutti possono contribuire a migliorare il futuro delle nuove generazioni, tutti possono diventare un esempio da seguire. La figura dell’eroe a tutti i costi viene meno, per fare spazio ad un personaggio che vuole semplicemente poter svolgere il proprio lavoro senza intromissioni. Un personaggio in cui tutti possono immedesimarsi.
Umberto Marino non calca la mano, segue le vicenda lasciando che questa stessa a raccontarsi da sola, senza insistere sulle scene più drammatiche e senza appoggiarsi a tappeti musicali enfatizzanti. La formula riesce nel suo obiettivo di avvicinarsi al pubblico di Raiuno e RaiPlay senza salire in cattedra, nonostante la lezione sia ben chiara.
Un film-tv ambientato nel passato, ma che parla al presente, come dimostrano le ultime scene, in cui un Peppino adulto parla da uno degli edifici confiscati alla mafia ed usato per creare lavoro. Quel ragazzino che stava per restare vittima del fascino del male, oggi, è fiero portavoce dei valori della legalità per cui il padre ha tanto combattuto, da solo, anche quando la paura era evidente. Perché tutti, adulti e giovani, hanno bisogno di esempi come questi.