Belve si conferma un gioiello della televisione italiana. Francesca Fagnani perfetta, non soffre della “sindrome di Franca Leosini”
Wanna Marchi ed Eva Robin’s le protagoniste della prima puntata.
In un palinsesto televisivo all’interno del quale vanno in onda continuamente programmi di interviste, una delle migliori trasmissioni italiane in assoluto è un programma di interviste. Naturalmente si tratta di Belve, condotto da Francesca Fagnani e arrivato alla settima edizione, la terza su Rai 2.
Se lo scorso anno la collocazione era nella seconda serata del venerdì, questa volta viene programmato nello stesso slot ma per tre volte a settimana, ovvero martedì, mercoledì e giovedì, prendendo il posto di Stasera c’è Cattelan su Rai 2 che tornerà a gennaio.
Ciò che distingue Belve dalla massa della concorrenza è che qui si fanno (ancora) semplicemente le domande, il più delle volte scomode. Non ne sono state immuni Wanna Marchi ed Eva Robin’s protagoniste della prima puntata.
La teleimbonitrice alla quale è stata dedicata una docuserie su Netflix non è stata risparmiata su nulla: dalla sua attività di venditrice ai rapporti con persone legate alla criminalità, Fagnani non si è lasciata certo intimidire dall’ingombrante storia del personaggio, instaurando un rapporto cordiale basato sull’ormai celebre allocutivo “lei” e mai entrandovi in conflitto. Al massimo riservandole una delle sue stoccate per la gioia dei social, quando per esempio Marchi si dichiara timida e la giornalista le risposte “Eh, si vede“.
Belve si conferma insomma un gioiello della televisione italiana nel quale l’ospite, mai davvero comodo, si mette comunque a nudo con l’intervistatrice. Succede anche nel caso dell’intervistata successiva, l’attrice Eva Robin’s, la quale fornisce il motivo per cui non ha mai completato la transizione (“Perché penso che di orifizi ne ho già a sufficienza”) e rivela di essere stata contattata da Paolo Villaggio e la moglie per un menage a trois.
Nonostante l’ampio favore di cui gode, Francesca Fagnani non pare soffrire della“sindrome di Franca Leosini”: le stilettate all’ospite sono sempre misurate e non sembrano mai studiate per compiacere i social network.