Amore criminale con Emma D’Aquino: la rappresentazione didascalica del femminicidio
Amore criminale su Raitre, la nuova conduttrice Emma D’Aquino e la rappresentazione didascalica del femminicidio
Questa sera su Raitre torna Amore Criminale, con la seconda puntata della 25esima edizione (il primo appuntamento la scorsa settimana è stato visto da 685.000 spettatori per il 3,65% di share). Il programma da quest’anno presenta la novità della conduzione affidata alla giornalista del Tg1 Emma D’Aquino – che arriva dopo Camila Raznovich, Luisa Ranieri, Barbara De Rossi, Asia Argento e Veronica Pivetti – e che si fa più didascalica rispetto al passato. Il messaggio per il pubblico a casa resta però il medesimo: dove c’è violenza non c’è amore.
Resta pure l’espediente (discutibile, ma ormai consolidato) della docu fiction per rappresentare, con linguaggio aspro (gli insulti e le minacce di Carmine nei confronti di Antonia Bianco, uccisa nel 2012, sono riprodotti fedelmente nella prima puntata, “sei una putt*na, sei una grandissima tr*ia, bastarda del caxxo“, “ti taglio la gola a te e a quella stronxa di tua madre“), il caso di femminicidio che occupa l’intera puntata. La voce narrante è di Francesca Fiorentini, gli intermezzi della D’Aquino scandiscono i tempi.
Tra gli elementi caratterizzanti di Amore criminale ci sono poi le scelte musicali che alimentano il pathos del racconto (è noto l’utilizzo della colonna sonora di Twin Peaks) e ne puntellano i momenti di svolta con scelte pop (da Pedro di Raffaella Carrà a Insieme a te non ci sto più di Caterina Caselli passando per Sì, viaggiare di Lucio Battisti).
Nel finale l’appello da servizio pubblico alle istituzioni, con le parole di Emma D’Aquino: “La storia di Antonia ci spiega che a volte il nostro Paese non riesce a difendere le donne che subiscono stalking e maltrattamenti. Il nostro appello alle istituzioni è di non lasciare sole queste donne e di tutelarle, prima che si arrivi al femminicidio“.