Paolo Conticini a TvBlog: “Una scatola al giorno è tornare ad essere bambini. Con Coletta altri progetti? Mi piacerebbe”
Debutta questa sera Una scatola al giorno, il nuovo game del preserale di Rai2. Paolo Conticini racconta a TvBlog questo nuovo progetto.
Parte questa sera su Rai2 Una scatola al giorno, un nuovo game, prodotto dalla Rai in collaborazione con Stand By Me, vedrà alla conduzione Paolo Conticini. Collocato nel preserale, andando dunque a sfidare dal lunedì al venerdì la coda dei “colossi” Reazione a Catena e Caduta Libera e soprattutto i rispettivi telegiornali di Rai1 e Canale 5, oltre che quello di La7, il game propone una formula semplice: indovinare il contenuto della scatola presente al centro dello studio.
A farlo sarà ogni sera lo stesso Conticini con un vip diverso (per questa prima settimana sono previsti Alba Parietti, Mariolina Cannuli, Massimiliano Rosolino e Carmen Russo). Per farlo dovranno ricevere gli indizi che potranno offrire Francesca Manzini e Marco Marzocca chiamati a presiedere il “comitato scientifico”. Scherzi telefonici, prove divertenti, situazioni imbarazzanti nelle quali catapultarsi attenderanno sia il conduttore sia l’ospite di puntata. Per farci raccontare tutto questo, TvBlog ha intervistato Paolo Conticini.
In una Scatola al giorno il conduttore è anche concorrente. È una doppia responsabilità o è puro divertimento?
È assolutamente divertente. A me piacciono le cose nuove e questo è un ruolo nuovo.
Ogni giorno avrai al tuo fianco nel gioco un vip diverso. È più difficile entrare in sintonia con l’ospite di puntata o è più difficile coinvolgerlo nello spirito del programma?
Fortunatamente tutti i vip coinvolti si sono calati nello spirito del gioco. Noi siamo travolti da tutte le cose che ci fa fare la scatola e da tutti gli indizi che ci dà la scatola – che è una scatola parlante (la voce è quella dell’attrice Liliana Fiorilli, ndr) – oltre che da tutte le situazioni che creano Francesca Manzini e Marco Marzocca. Lo spirito quando si viene a Una scatola al giorno è quello di lasciarsi andare e farsi trasportare dal regolamento che detta la scatola.
L’idea di base è semplice: scoprire il contenuto della scatola. Che cosa può rendere accattivante il format per il pubblico?
Noi puntiamo sulla novità e sul divertimento che può dare questo tipo di programma. È coinvolgente perché anche da casa si può, anzi si deve, tentare di giocare, in questa sorta di puzzle che ognuno deve mettere insieme. Non si vince niente, ma ogni sera ci sarà la vincita di qualcosa di simbolico o una penitenza da scontare in caso di mancata vittoria. Alla fine è un po’ tornare bambini, come quando ci si ritrovava da piccoli dietro la chiesetta e si giocava: se si perdeva bisognava fare la penitenza, se si vinceva ci si prendeva un bacio.
Nel giro di un anno ti trovi per la seconda volta a condurre un programma nel preserale. Senti una particolare responsabilità per una fascia che rappresenta un momento di aggregazione per le famiglie e in generale di rientro a casa dopo una giornata di lavoro?
Non mi sono mai posto questo problema, se di problema si tratta, anche se è vero che chi va in tv ha una grossa responsabilità perché tante persone emulano chi è in tv. Sia Cash ot trash sia Una scatola al giorno sono programmi leggeri, all’insegna del divertimento, soprattutto quest’ultimo. La responsabilità può essere se il programma piace o non piace.
Avrete un ciclo di trenta puntate: oltre testare un nuovo programma, qual è l’obiettivo?
L’obiettivo è far divertire le persone. Se le persone si divertiranno, il progetto continuerà qualora la rete avrà la necessità e la voglia di rifarlo ancora.
Con il direttore Coletta ci sono sul tavolo altri progetti?
Con Stefano Coletta ho già avuto la fortuna di fare diverse cose. Tutto iniziò quando lui mi vide a teatro e da lì abbiamo iniziato un percorso di lavoro: lui ha puntato su di me e io lo ringrazio tanto. A me piacerebbe molto se ci fossero altri progetti, ma bisognerebbe chiederlo a lui. Sono solo un manovale: se qualcosa mi viene offerto, cerco solo di valutarlo.
Più in generale, nella tua carriera sta avvenendo un riposizionamento sulla conduzione tv?
No, in questo periodo mi stanno offrendo questo e dunque è solo un momento di carriera che mi porta a fare questo. C’è stato il teatro, prima ancora Provaci ancora prof, ora sto girando Cuori: le proposte che arrivano, che non sono ottocentomila, le valuto e cerco di capire se sono progetti in cui posso impegnarmi.