100% Italia, vince Nicola Savino che diverte ‘dando i numeri’
I giochi e le percentuali di 100% Italia sono di fatto lo spunto sui quali Nicola Savino costruisce un racconto divertente e coinvolgente.
Nicola Savino è uno di quei professionisti che può fare di tutto. E infatti un po’ di tutto ha fatto e gli hanno fatto fare. Se in radio con Linus è nel suo ambiente naturale, in tv è sicuramente il live a dargli respiro (L’Isola dei Famosi su tutti, ma quella perla di Scorie andrebbe recuperata). Nonostante abbia fatto di tutto di più, riesce ancora a debuttare e lo fa in un game, 100% Italia, un mix tra The Wall per scelta scenografica (100 persone in studio, che compongono campione di 100 italiani selezionati dall’Isituto Piepoli) e Zero e lode, che ha debuttato nel settembre 2017.
Perché ho iniziato da Savino? Perché il programma si regge esclusivamente su di lui. La sua capacità di cogliere spunti, la sua spiccata curiosità, la sua abilità nel trovare agganci (ah, quella santa scuola della radio, di cui peraltro è un fuoriclasse) fa sì che questo ‘giochino’ di domande curiose diventi davvero una narrazione, un modo per raccontare una società. Che sia davvero rappresentativa di un Paese lo facciamo dire all’Istituto Piepoli, ma alla fine ogni domanda è un modo per sfatare luoghi comuni, commentare gusti e preferenze, giocare con i concorrenti che diventano i suoi interlocutori.
Il programma – non dico neanche gioco – lo si segue per ascoltare lui, perché intrattiene, perché diverte, perché sfodera i suoi cavalli di battaglia, come l’imitazione di Alessandro Borghese quando c’è da indovinare il dolce preferito (dal campione) degli italiani o l’immancabile Malgioglio quando c’è da indovinare qual è il posto più strano dove si è fatto l’amore.
E intenerisce quando imita la madre, scomparsa, per commentare una domanda, sempre col sorriso.
Savino imbastisce un racconto su ogni possibile spunto e il tutto diventa piacevole e divertente. Gioca anche con i 100 del muro, riuscendo a rendere ciascuno di loro protagonista quando la risposta lo permette. Lo studio diventa un ritrovo di amici, il senso è quello della spontaneità. Bisogna saperlo fare.
La spontaneità dunque vince. Vince soprattutto la sua straordinaria capacità di improvvisare, di cogliere e portare alla luce storie e personaggi, sempre all’insegna della leggerezza, pur mantenendo dritta la barra del gioco. Non si ‘ciurla nel manico’, per usare un’espressione cara all’amica Simona Ventura, ma si costruisce il racconto, essenziale per andare avanti, ‘giochino dopo giochino’, percentuale per percentuale.
Ok, non faremo finta che non ci sia una scrittura autoriale: i sondaggi proposti sono curiosi, le domande sanno ‘stuzzicare’, ma se non ci fosse la capacità di racconto di Savino potrebbero apparire banalotte.
Anche Livio Gigliuto, vicepresidente dell’Istituto Piepoli, in studio ad assumersi la responsabilità delle risposte date dal campione che rappresenta, diventa oggetto del suo racconto, fin dall’anteprima:
“Ha accettato di partecipare prima di sapere che ci sarebbero state le elezioni. Ormai dorme due ore a notte…”.
È tutto così. Si sorride ascoltandolo mentre imbastice un racconto in cui le percentuali sono giusto una scusa, uno spunto, anche se coinvolti da Savino si finisce per appassionarsi al gioco, a fare le proprie ipotesi. Ma alla fine di chi vince, quanto e come interessa poco.
Certo, non è facile reggere tutto questo ogni giorno; la registrata può aiutare, senza dubbio. Savino ha comunque 105 persone utili per fare da spalla (i 100 del campione, i 4 concorrenti per puntata e Gigliuto): la stagione è lunga ma ce la si può fare. E comunque i professionisti si vedono subito: riescono ad andare oltre il format. Chapeau.