Nata a Catanzaro e cresciuta a Soverato, giornalista professionista dall’età di 27 anni, Giorgia Rombolà dal 6 giugno fino allo scorso venerdì è stata alla conduzione di Agorà Estate. Il suo percorso in Rai è cominciato alla TgR Liguria, proseguendo poi nella redazione del Lazio, regione dove già aveva studiato dopo aver lasciato la Calabria, per approdare infine a Rai News 24, prima di quest’ultima esperienza estiva che l’ha condotta su Rai3. Per fare un bilancio delle settimane lavorative appena terminate, con uno sguardo rivolto anche ai prossimi giorni, quando dopo un meritato riposo tornerà al lavoro, TvBlog ha deciso di intervistare Giorgia Rombolà.
Hai condotto Agorà Estate in una stagione ricca di avvenimenti politici e non. Come hai gestito un debutto così importante in un programma consolidato?
Sicuramente mi è servita l’esperienza a Rai News, non solo alla conduzione di Studio 24 ma anche a quella dei telegiornali. Il claim coniato da Monica Maggioni quando era alla direzione della testata, “Non sappiamo cosa andrà in onda”, era molto azzeccato in questo senso. Lì puoi preparare un telegiornale, però poi tutto avviene in diretta. Tutto questo mi è servito quando ad Agorà abbiamo dovuto affrontare dirette di quattro ore, come quella dell’ultima puntata, all’indomani della scomparsa della Regina Elisabetta.
Come sei stata accolta dal gruppo di lavoro del programma?
Dopo che ci siamo salutati venerdì, mi sono arrivati messaggi e telefonate molto affettuosi dei colleghi. Ho dato il mio contributo in quanto ero chiamata a firmare il programma, ma la vera Agorà si è svolta sempre a telecamere spente dove come gruppo ci siamo sempre confrontati e ognuno ha potuto dire la propria. La cosa bella di questa squadra è la passione: è una squadra fatta di persone che vogliono dare una notizia, che rinunciano alle ferie, che vogliono esserci.
Che cosa è cambiato per te professionalmente con questa esperienza?
Ho imparato a leggere le curve di ascolto (ride, ndr). In una all-news le curve lasciano il tempo che trovano perché la rete funziona un po’ come un sito: la gente accende, sente, ma non è che ti può seguire tutto il giorno. In generale mi sono trovata a confrontarmi con molte più professionalità, anche esterne all’azienda, cosa che non avviene in una testata. Io ogni volta che andavo in onda avevo un grande senso di responsabilità nei confronti di coloro che lavoravano dietro le quinte.
Ti sei innamorata della tv però solo una volta entrata in Rai.
Sono entrata in Rai grazie a un concorso per Buongiorno Regione, al quale avevo partecipato dato che avevo tutti i requisiti. Allora facevo già parte della stampa parlamentare, ma ero ancora precaria. Avendo una grande passione per la scrittura, non ero convinta però che la tv potesse piacermi. Ora invece me ne sono innamorata: è un mezzo che unisce immagine e suono, oltre che testo.
Il tuo percorso in Rai parte dalla TgR per arrivare oggi a Rai3, con in mezzo l’esperienza professionale più lunga a Rai News 24. Dove sarà il prossimo passo lavorativo?
Per ora rimarrò nella direzione Approfondimento di Antonio Di Bella.
Ci sono già dei progetti?
Sì, ma per ora non posso rivelare nulla.
Saresti pronta anche a tornare a Rai News 24 un giorno?
Sì, assolutamente, sono a disposizione dell’azienda.