Primo Appuntamento è sempre una sorpresa
Riuscire a sorprendere con un format blindato alla settima edizione non è da tutti: potere del casting (e di un 74enne che cerca un amore BDSM).
Primo Appuntamento riesce a sorprendere anche all’esordio della settima edizione. Nonostante il ristorante sia sempre lo stesso (il Geco a Roma), la scenografia non cambi, Flavio Montrucchio si sia tatuato la giacca rossa, il maître non molli il colpo e il barman offra sempre le sue bollicine, il dating show di Real Time riesce sempre a trovare qualcosa di inedito da raccontare. Eppure si tratta di incontri al buio, di persone alla ricerca dell’anima gemella, di prime volte che magari nella vita si sono ripetute tante volte: ma la ricchezza del programma non è nel format, essenziale, ma – lo diciamo da anni – nel casting. La ricerca dell’anima gemella è la lente attraverso cui vengono raccontate storie che altrove non trovano rappresentazione: più che l’amore si racconta il modo di affrontare e vivere la vita da prospettive inedite, perché la capacità principale di Primo Appuntamento è quella di scovare belle persone da raccontare, belle storie da condividere ancor prima che curiosi appuntamenti da valutare sulla base della propria esperienza.
Il casting accurato e illuminato si unisce a una dinamica narrativa asciutta, essenziale, che va per sottrazione e che cerca di portare al pubblico gli elementi essenziali di serate che si consumano a volte tra fiumi di parole e altre volte tra silenzi imbarazzanti, riuscendo sempre a restituirne l’atmosfera. Non ci si trova mai di fronte a qualcosa di standardizzato: il format c’è, ma è una semplice griglia, un’impalcatura di tubi innocenti che non soffoca il racconto ma lascia agli autori/casting/regia tutta la libertà di raccontare al pubblico le mille sfumature delle storie di tutti i giorni.
Quel che non ti aspetti, ad esempio, nella prima puntata di questo autunno 2022 (costruita con consapevolezza, visto che si fa riferimento agli amori non sbocciati tra lettini e granite) è il 74enne che cerca un amore di mente aperta, che apprezzi il suo essere un dominante nella sua lunga esperienza di BDSM e che quindi ne spiega al barman la filosofia, le pratiche, le dinamiche e anche le sue preferenze. Per lui arriva una over 50 che fa amatorialmente burlesque: e penso al lavoro fatto in redazione, che stagione dopo stagione appare sempre più (r)affinato. E se pensate che sia la pruderie l’aspetto più interessante vi sbagliate: tutto sta nella naturalezza con cui viene raccontato un pezzo della vita di un settantenne come tanti altri che non rinuncia a fare quel che ama. E che di certo non è l’unico in Italia.
Selezione dei personaggi e del materiale: l’autorialità è tutta qui. E con una confezione semplice e attenta soprattutto nell’uso delle colonne sonore il quadro è completo. Come riesce a essere sempre più completo il racconto della società, prima ancora che dell’amore, in fondo secondario nel ‘primo appuntamento’. L’ingrediente dell’amore ha ‘sapore’ soprattutto per il pubblico a casa, che può riconoscersi (nel), criticare, commuoversi (con), sognare (per) quel che succede al tavolo. E per le reazioni dei commensali.
Insomma, non ci si stanca mai di questo Primo Appuntamento.