CartaBianca: un talk show rafforzato dalle polemiche
Bianca Berlinguer, con questa prima puntata di Cartabianca, intende confermare la formula che ha contraddistinto la scorsa edizione.
Bianca Berlinguer non intende privarsi delle personalità che hanno maggiormente contraddistinto la scorsa edizione di CartaBianca, il suo talk show tornato in onda su Rai 3.
La prima puntata, infatti, si è aperta con quello che, oramai, è divenuto un grande classico degli ultimi anni, il duetto a distanza con Mauro Corona. L’alpinista e scrittore, protagonista della prima mezz’ora abbondante di trasmissione, ha discorso a lungo, attraversando temi di varia natura, scelti con certosina attenzione dalla padrona di casa, sperando nelle battute e nei botta e risposta che puntualmente si sono presentati.
Citarli tutti sarebbe estenuante ma possiamo assicurare che Corona non ha deluso le aspettative, soprattutto quelle dei cultori di un certo trash televisivo (“La trovo più morbida, quest’anno!”, “I piedi sono una zona erogena”, “Quei lombrichi che scrivono su quella m*rda dei social!”).
Fortemente pessimista (un eufemismo) sull’esecutivo che saremo chiamati a votare il prossimo 25 settembre, Mauro Corona, inoltre, ha parlato di Totti e Ilary, ha elogiato Flavio Briatore e ha anche consigliato ai telespettatori di coltivare un orto.
“Bianchina”, ovviamente, ha confermato Mauro Corona anche per le prossime puntate (“Arriveremo fino a giugno?”) e il siparietto, un po’ tirato per le lunghe, ha reso sostanzialmente superfluo il contributo ironico di Dario Vergassola.
Da Mauro Corona, passiamo ad Alessandro Orsini, personaggio talmente basilare nella scorsa edizione da convincere Bianca Berlinguer anche a ridisegnare il suo talk show per quanto ha riguardato la forma. In questa prima puntata, Orsini, oltre ad esprimersi sul conflitto in Ucraina dopo due mesi di “silenzio” televisivo, ha parlato anche delle tensioni in Libia, degli sbarchi e del blocco navale auspicato da Salvini e Meloni.
La conduttrice ha ribadito la legittimità di dare spazio ad Orsini nella sua trasmissione, difendendolo e aggiungendo anche come alcune osservazioni del saggista esperto in fenomeni terroristici abbiano avuto riscontri nella realtà (“Oggi, l’Ucraina è un paese lasciato solo a se stesso”) e anche in questo caso l’invito è stato esteso per il resto della stagione televisiva.
Il meglio di questa prima puntata di Cartabianca, però, è arrivato dall’intervista a Carlo Calenda, candidato alle politiche con il Terzo Polo e intervistato con Luisella Costamagna e Marco Damilano.
Calenda, nel corso dell’intervista, a tratti vivace e costellata da scambi verbali accesi con Luisella Costamagna, ha ricevuto domande ed è stato incalzato a dovere. Niente assist, niente tappeti rossi srotolati e il fatto che ciò faccia notizia è tutto un dire.
Il leader di Azione, che si è imposto a tratti nel voler completare le proprie affermazioni (“Abbiamo ascoltato Corona per mezz’ora dire che è tutto un magna magna, mi faccia dire due cose!”), ha dovuto rispondere su vecchie dichiarazioni sul suo attuale alleato, Matteo Renzi, domanda alla quale non si è sottratto.
Da sottolineare positivamente, anche un servizio sul caro bollette, privo di sensazionalismi, nonostante l’argomento sensibile.
L’ultima parte della puntata ha riguardato i cambiamenti climatici, argomento che non trova spazio nella campagna elettorale, e il COVID-19, con Matteo Bassetti. In precedenza, dopo Corona, spazio a Marco Travaglio in collegamento e ai suoi commenti su campagna elettorale, astensionismo, Mario Draghi e Beppe Grillo.
Rafforzato anche dalle polemiche, Cartabianca è un programma che ha trovato da tempo la propria quadra e l’intenzione di Bianca Berlinguer, a quanto pare, è quella di non rinunciarci.