Quarta Repubblica mette da parte la campagna elettorale, fra emergenza gas e inchiesta sul caso Ruberti
Quarta Repubblica non sente il bisogno di stravolgersi per la campagna elettorale: Nicola Porro mantiene l’ordinario regime. La recensione.
Se qualcuno immaginava un inizio a tutta campagna elettorale per Quarta Repubblica, sarà rimasto deluso dalla prima puntata della nuova edizione del programma di Nicola Porro, che ha inaugurato la stagione 2022-2023 concedendo particolare spazio al tema dell’emergenza energetica e ad un approfondimento sulla gestione del potere nel Lazio, a partire dal video pubblicato alcune settimane fa da Il Foglio sull’ex capo di gabinetto del sindaco di Roma.
La campagna elettorale resta sullo sfondo anche quando ad essere al centro della scena, seppure in collegamento, sono due dei tanti protagonisti della politica italiana, i due Matteo, Renzi e Salvini, ciascuno chiamato a rispondere del problema energetico e di come risolverlo, confrontandosi con la grande difficoltà che stanno sperimentando sulla loro pelle imprenditori ed industrie.
Non si sentono ripetere i più ritriti slogan però e conferma questa tendenza anche Angelo Bonelli, che si confronta in maniera accesa con Daniele Capezzone sempre sul tema energetico, che domina la prima parte di puntata. Il centro focale della seconda parte di trasmissione diventa invece una riflessione sulla gestione del potere nel Lazio, a partire dal caso che ha coinvolto Albino Ruberti e sul quale è poi tornata Quarta Repubblica realizzando un’inchiesta, che è stato già annunciato proseguirà nel corso della prossima puntata.
Nicola Porro sceglie quindi uno schema parzialmente spiazzante, scegliendo di fatto di portare avanti la trasmissione a regime ordinario, mantenendo un forte ancoraggio all’attualità e all’approfondimento politico “extraparlamentare”. Quarta Repubblica, eccezione fatta per l’assenza di Sgarbi e per il rigoroso rispetto della par condicio, sottolineato più volte con Renzi e Salvini, è la stessa che ha lasciato i telespettatori alla fine di giugno e non risente del peso di una campagna elettorale che sta sempre più monopolizzando il dibattito pubblico.
Ps. L’ultimo segmento, iniziato a 00:20, dedicato al “caso delle feste di Sanna Marin” potrebbe tranquillamente non sussistere, ma alla chiusura a 00:50 non si rinuncia facilmente su una tv commerciale sempre più attenta nel fare fruttare al meglio le risorse investite nelle sue produzioni.