La par condicio colpisce anche Sgarbi. Quarta Repubblica dovrà rivedere la sua partecipazione (Retroscena TvBlog)
Quarta Repubblica rivede la partecipazione di Sgarbi, candidato alle elezioni. I programmi sportivi fanno i conti con i casi di Berlusconi e Lotito
La par condicio colpisce anche Vittorio Sgarbi. Il critico d’arte dovrà rivedere la sua tradizionale partecipazione a Quarta Repubblica, perlomeno fino al 26 settembre, quando le elezioni saranno passate.
Sgarbi è infatti candidato al Senato e correrà per la coalizione di centrodestra nel collegio uninominale di Bologna, impegno che gli impedirà pertanto di affiancare Nicola Porro nelle prime quattro puntate del talk di Rete 4.
Sgarbi, da anni, interviene puntualmente nell’ultimo blocco di mezzanotte. Una sorta di appuntamento fisso, dove il sindaco di Sutri – sempre in collegamento – fornisce giudizi e opinioni su temi di costume e attualità. La sua posizione è stata analizzata nelle ultime ore, anche a fronte delle decisioni subite da un altro volto tv come Rita Dalla Chiesa – candidata con Forza Italia –costretta a vedere ‘congelata’ fino a dopo il voto Il nostro Generale, la fiction Rai dedicata al padre Carlo Alberto. Le porte a Sgarbi, ovviamente, non verranno sbarrate. Tuttavia, qualora si optasse per un coinvolgimento verrebbe trattato come un candidato qualunque, con il suo minutaggio che andrebbe di fatto equiparato a quello degli altri raggruppamenti.
C’è poi il calcio, con Silvio Berlusconi e Claudio Lotito in campo per un posto a Palazzo Madama. Entrambi al timone di due società di Serie A, rispettivamente Monza e Lazio, i due non potranno avvantaggiarsi dei pre e post partita per guadagnarsi il palcoscenico. Se Sky si sarebbe decisa ad evitare interviste e a ridurre le immagini delle loro presenze allo stadio, è assai probabile che pure le altre emittenti seguano la medesima linea.
In tal senso, è ancora nella memoria collettiva la furente polemica che si scatenò tra lo stesso Berlusconi e Lucia Annunziata nel febbraio 2004. L’allora premier, dopo la vittoria nel derby, si collegò telefonicamente con la Domenica Sportiva per venti lunghissimi minuti. Uno show che non piacque affatto alla presidente della Rai, che a sua volta chiamò in diretta: “Berlusconi lasci stare la Rai. Sarebbe meglio che il premier evitasse di occupare spazi che non sono della politica”. Testimonianze di un clima bollente, arroventato da un piccolissimo dettaglio: nel giugno successivo si sarebbe andati alle urne per le Europee.