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Dazn non funziona, la politica cavalca l’indignazione social degli abbonati e il problema di fondo rimane

Dazn fa arrabbiare gli abbonati e i tifosi di calcio. Dunque, la politica se ne occupa, rigorosamente sui social.

15 Agosto 2022 12:07

E così il calcio entrò nella campagna elettorale per le politiche del 25 settembre. Il merito, si fa per dire, è di Dazn, che anche nella nuova stagione di Serie A, iniziata sabato scorso, si è fatta notare per i gravi disservizi che hanno praticamente reso impossibile la visione delle partite a moltissimi abbonati e tifosi (oggettivamente una vergogna).

Nella serata di ieri alcuni esponenti politici hanno cavalcato l’indignazione social e si sono uniti al coro delle lamentele. Carlo Calenda di Azione ha portato acqua al mulino di Sky, di cui è stato responsabile marketing di prodotto e programmazione tra il 2003 e il 2004;

 

La Lega di Matteo Salvini ha ironizzato paragonando Dazn al Pd, perché è “inaffidabile e così in ritardo che, se riesci a sentirlo, parla di cose che sono già superate da un pezzo“.

Il Partito Democratico, a sua volta, ha chiesto l’intervento dell’Agcom, così come Maurizio Gasparri di Forza Italia.

La sottosegretaria alla Presidenza del Consiglio con Delega allo Sport, Valentina Vezzali poco fa ha fatto saper che sta “predisponendo con i miei uffici un tavolo urgente che coinvolga la Serie A, il Mise e l’Agcom, in modo da affrontare il prima possibile quanto accaduto”.

Benedetto Della Vedova di +Europa ha parlato di “sequestro“.

E così via, all’insegna di una demagogica strategia comunicativa che ormai sembra essere prioritaria per gran parte della politica nostrana e che più o meno suona così: è in tendenza su Twitter, quindi facciamo un post.

In tutto ciò il punto vero della questione resta la ratio alla base della scelta fatta dai club di Serie A un anno fa (16 su 20 votarono a favore, gli unici contrari furono Genoa, Crotone, Sampdoria e Sassuolo) e avvallata da tutte le istituzioni, calcistiche e non, di affidare a Dazn i diritti tv della Serie A (li detiene in esclusiva per sette partite su dieci, fino alla stagione 2023-2024) per circa 840 milioni di euro annui. Una situazione alla quale non è stata posto rimedio (cinque euro in più da sborsare per avere Dazn su Sky Q non può essere considerata una soluzione), neanche di fronte al persistere di disagi e malfunzionamenti che obiettivamente non sono più giustificabili. E stasera sono in programma altre due partite di Serie A, visibili, si fa per dire, solo su Dazn. Auguri!