Nata televisivamente a Tv Talk, a Il posto giusto dal 2021, in queste settimane Simona Vanni sta diventando un volto abituale nel pomeriggio di Rai1, grazie alle sue numerose presenze a Estate in diretta. Giornalista professionista dal 2018, redattrice di Agorà nella stagione televisiva 2016-2017 ai tempi di Gerardo Greco, che ha seguito nel suo breve passaggio a Mediaset, Simona Vanni si è raccontata a TvBlog.
Prima di Tv Talk, la tv era nei tuoi piani solo da telespettatrice o c’erano già altre aspirazioni?
Io sono sempre stata una grande appassionata di televisione: fin da piccola guardavo Maurizio Costanzo e i programmi di Paolo Limiti. Tv Talk, che è stata la mia prima esperienza in video, è stata un’opportunità incredibile per me, perché avevo una grande passione per la tv, ma ero timidissima e combattevo con questa mia timidezza.
Tv Talk sta rappresentando per una nuova generazione di volti televisivi un’importante scuola. A te cosa ha insegnato?
Per me Tv Talk è stata innanzitutto una scuola autoriale. Mi ha insegnato ad osservare in maniera critica quello che vedevo da casa, aiutandomi a capire quello che mi piaceva e a mettere a fuoco i diversi stili di conduzione. Ho imparato molto guardando attentamente la tv.
Il primo contratto in Rai è stato ad Agorà, ai tempi di Gerardo Greco.
Sì, il primo vero e proprio contratto in Rai l’ho avuto per Agorà, dove ero redattrice. Io non ero interessata ad occuparmi di politica, ma è stata un’avventura professionale in cui ho imparato tanto dagli altri e ho avuto la conferma che la politica non era ciò di cui avrei voluto continuare ad occuparmi.
Anche se poi tu hai seguito Gerardo Greco nel suo passaggio Mediaset, a Rete 4, con il non fortunatissimo W l’Italia – Oggi e domani.
L’ho seguito prima in radio a Un giorno da pecora, dove ero autrice, poi a Mediaset, dove ho seguito la parte autoriale e ho fatto anche alcuni collegamenti come inviata. Ho avuto un percorso professionale molto variegato e sono contenta di questo perché mi ha permesso di accumulare esperienze diverse, seguendo tematiche e modalità diverse. Credo che la trasversalità in televisione sia fondamentale.
Per un periodo sei stata anche a Loft.
Lì mi sono divertita tantissimo. È una dimensione completamente diversa da quella della tv generalista: è tutto più elastico e libero.
Sei tornata in Rai con Il posto giusto, mentre in queste settimane sei diventata un’ospite ricorrente di Estate in diretta. Come è nato il desiderio di averti sui divanetti di Roberta Capua e Gianluca Semprini?
Una delle rubriche che curo a Il posto giusto ha a che fare con le teche Rai ed è una rubrica che nasce da una mia idea, per dare un tocco più personale. Questa rubrica mi ha permesso di farmi notare anche in altri contesti televisivi e ora, infatti, i miei interventi a Estate in diretta sono per lo più legati a temi nostalgici.
Ai tempi di Tv Talk ti immaginavi come l’erede femminile di Marzullo. Rimane questa l’ambizione?
Apprezzo molto Gigi Marzullo, ma oggi non ti confermerei questa aspirazione. Per il futuro vorrei proseguire il percorso di conduzione che ho iniziato con due programmi che ho realizzato per Natale e Pasqua insieme a Padre Enzo Fortunato. Il mio sogno è fare un programma, che coniughi cultura e intrattenimento, in cui si metta a confronto la tv del passato con la tv del presente, utilizzando le teche Rai.
Se dovessi indicare un modello di riferimento televisivo, magari femminile, chi indicheresti?
I miei modelli di riferimento sono nel passato e li trovo in Paolo Limiti e Gianni Minà. Stimo molto poi Francesca Fagnani, Stefano De Martino, Mia Ceran: ognuno di loro ha una caratteristica specifica, che permette di renderli riconoscibili.