Michele Santoro: “Fondo un partito e mi alleo con il M5S di Conte. La Rai? Non ci penso”
Michele Santoro annuncia l’intenzione di fondare un partito e di partecipare alle elezioni politiche del 25 settembre. Ma non solo…
Era nell’aria, ora è ufficiale: Michele Santoro vuole fondare un partito, in vista delle elezioni politiche del 25 settembre prossimo. L’annuncio è arrivato oggi in un’intervista concessa a La Repubblica.
Il giornalista 71enne si dice “sinceramente disponibile con tutte le mie conoscenze e capacità di comunicazione a dare un contributo” e sottolinea che “serve il partito che non c’è e che non c’è mai stato“. L’idea è di presentarsi come alternativa al Pd:
Se Letta insiste nell’ammucchiata di centrodestra dentro la sinistra, resta lo spazio per un campo alternativo. Se in questo campo ci fosse spazio per una lista per la pace, perché no?
Michele Santoro spiega che nel partito ci sarà “chi ha partecipato alla serata Pace proibita al teatro Ghione” (durante la quale ha espresso le sue posizioni critiche anche sulla gestione informativa sulla guerra), apre a Sinistra italiana (“spero voglia sedersi al tavolo“) e soprattutto al Movimento 5 Stelle di Giuseppe Conte (“Ci sono delle contraddizioni nella storia del M5S, ma gli riconosco la qualità di aver saputo interpretare un pezzo di società che non aveva voce, pur con tutte le contraddizioni“).
L’aspetto più sorprendente e clamoroso, forse, è l’attacco al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Perché “se non ci saremo al voto, non sarà per colpa nostra“, ma, appunto, del Colle:
Un uomo che ho sempre considerato saggio ma di cui stavolta non ho compreso le scelte. Andremo a votare in un momento tra i più delicati del dopoguerra, con una campagna elettorale di pochi giorni, gli ultimi, e con una opinione pubblica che è al 50% critica di tutti gli attori politici. Questa fretta di chiudere il governo Draghi ad agosto non la capisco (…) La campagna elettorale ad agosto mette il 50% degli elettori nella condizione di non poter scegliere, o mangi la minestra o ti butti dalla finestra, e impedisce a quelli come me, che avrebbero voluto fare qualcosa di nuovo, di raccogliere le firme (le liste vanno presentate entro il 21 e 22 agosto, Ndr)
Per Michele Santoro la discesa in politica non è una novità assoluta. Il giornalista, che ha condotto titoli storici come Samarcanda, Sciuscià, Annozero e Servizio Pubblico, nel 2004, dopo essere stato allontanato dalla Rai, si candidò (e fu eletto) al Parlamento europeo come indipendente per la lista di Uniti nell’Ulivo nel nome della battaglia per la libertà di informazione. Poi, tra il 2005 e 2006, il reintegro in Rai (di cui ora dice che “andrebbe liberata e restituita ai cittadini, alla mia età non ci penso proprio a infilarmi in quella situazione”) e l’addio alla carriera politica. Che non era un addio, ma, evidentemente, un arrivederci.