Bruno Voglino a TvBlog: Angelo Guglielmi, grande innovatore, ha rovesciato i canoni della tv
L’intervista allo storico dirigente Bruno Voglino, fra i collaboratori di Angelo Guglielmi nella mitica avventura di Rai3
E’ scomparso nella notte il papà di Rai3 Angelo Guglielmi. Colui che ha inventato un modo diverso di fare la televisione sul finire degli anni ottanta, scardinando la paludata consuetudine di una tv in qualche modo ingessata portata avanti dalle prime due reti della televisione pubblica e reiterata in chiave squisitamente commerciale dai tre canali della Fininvest, Canale 5, Italia 1 e Rete 4. Rai3 ha parlato ad un pubblico diverso, attento, curioso, laterale, poco interessato fino ad allora al piccolo schermo, ma ben presente nel paese, un pubblico che oserei quasi definire “pasoliniano“. Rai3 ha generato in quegli anni un movimento culturale che ha sposato il piccolo schermo per sviluppare quei temi in un media fino a quel momento trascurato da quel tipo di target, come si definirebbe oggi. Proprio da queste colonne, non molti mesi fa, abbiamo avuto l’onore ed il piacere di parlare con Angelo Guglielmi della sua fantastica rete ed oggi per parlare proprio di lui abbiamo chiamato uno degli artefici di quella straordinaria avventura, Bruno Voglino. Con Voglino abbiamo parlato del suo storico direttore, ma naturalmente abbiamo viaggiato nella memoria di quell’irripetibile avventura che si chiama Rai3.
Caro Voglino, cosa ha rappresentato Angelo Guglielmi per la televisione italiana ?
E’ stato il più forte innovatore della televisione italiana, da quando esiste ad oggi. E’ riuscito a rovesciare il canone affermatissimo della televisione per inventarne un altro. Su questo credo non ci possa essere nessun dubbio. E’ stata un’avventura fulminante ma irripetibile quella della nostra Rai3.
Oltre alla grande capacità di Guglielmi e della vostra squadra, qual è stata la spinta propulsiva di quella rete ?
Abbiamo avuto una grande fortuna. C’era un momento storico favorevole, stava maturando una svolta epocale nella storia del nostro paese. Noi del gruppo storico di Rai3 siamo arrivati puntuali a quell’appuntamento e preparati. Poi altra fortuna che abbiamo avuto era il nostro budget, risicatissimo. La povertà ci ha costretto ad aguzzare l’ingegno.
Appena arrivati a Rai3, quali sono state le vostre priorità ?
Noi non potevamo fare la fiction, perchè non avevamo per prima cosa i soldi per produrla e sopratutto il tempo per farla, perchè questo genere televisivo richiede naturalmente una lunga preparazione. Dovevamo mettere fuori dalla nostra porta il cartello “nuova gestione” ed invogliare da subito i clienti a venire da noi. Ecco quindi che arrivano le prime idee ed i primi programmi che ci hanno caratterizzato.
Quali sono stati i programmi che hanno lanciato da subito la cifra di Rai3 ?
Credo che siano stati tre i programmi che hanno acceso agli inizi la nostra rete. Prima di tutto “Linea rovente” di Giuliano Ferrara, che era un po’ la nostra fiction, a partire dall’abito che indossava Giuliano e da come si sviluppava quella trasmissione. Non aveva un copione scritto, ma si andava avanti durante la serata in base a come si svolgevano i fatti. Poi certamente la “Samarcanda” di Michele Santoro, che ha aperto alla piazza e alla gente in televisione e la domenica pomeriggio. In questo spazio abbiamo lanciato un programma come “Va pensiero” di Andrea Barbato, coinvolgendo un personaggio come Piero Chiambretti che poi successivamente in “Prove tecniche” andava direttamente negli stadi della serie A, proprio sui campi di gioco, per mostrare al pubblico i goal in anteprima, fatti da lui stesso, rompendo quindi la sacralità del calcio.
C’era poi in quella Rai3 una forte caratterizzazione dell’intrattenimento di cui lei si occupava
La forza di quella Rai3 è stato che l’intrattenimento è riuscito a diventare in qualche modo anche informazione. Per esempio quando facevamo “La Tv delle ragazze” il giorno dopo i giornali nelle pagine dedicate alla politica c’erano i resoconti dettagliati del nostro programma. Il varietà diventava politica, in un intreccio che veniva caratterizzato proprio dall’appartenenza al canale.
A proposito di politica, i politici vi criticavano ?
Si, ma noi ce ne siamo fregati. Correva voce che Bettino Craxi era arrabbiato perchè la Rete 2 andava malissimo e noi invece benissimo.
Non hanno tentato di “rubarvi” qualche programma ?
Ci hanno provato, ma non sono riusciti e comunque non sarebbero stati capaci di fare la televisione come la facevamo noi. Poi alla fine ci hanno cacciato, ma fino a quando siamo stati in sella, abbiamo cavalcato.
Potrebbe esistere la cifra televisiva di quella Rai3 oggi ?
Non potrebbe esistere. Ne ho parlato anche recentemente con Angelo, ma ci siamo detti che oggi non saremmo stati in grado di fare la televisione di questi tempi. Oggi l’agorà è il web, che è una grande risorsa, ma è anche un fogna a cielo aperto.
Promossi e bocciati di Bruno Voglino della televisione di oggi
Se avessi la bacchetta magica abolirei i talk show, perchè sono immondi, quasi tutti. Promuovo la fiction, quasi tutta, che trovo ora ben fatta, rispetto ad un passato piuttosto discutibile, parlando dei prodotti Rai. Alcune riescono a raccontare il paese in modo migliore anche rispetto all’informazione.
Bruno Voglino dirigente di una rete oggi, quale ?
Senza dubbio Sky Arte, che dirigerei molto volentieri. Ho un’ammirazione assoluta per questo canale, che vedo tutte le sere.