La rivelazione/provocazione di Sonia Bruganelli a proposito dell’idea di far entrare nella Casa del Grande Fratello Vip una donna incinta per farla partorire nel corso della stagione, suggerisce una domanda decisamente non originale: fino a che punto può spingersi il reality show (e la tv in generale) in Italia? Ma il quesito più che ad una risposta definitiva, conduce ad un ragionamento.
Una donna incinta al Grande Fratello Vip, la proposta
Intervistata da Maurizio Costanzo e Carlotta Quadri su R101, Sonia Bruganelli, confermata opinionista del Gf Vip in partenza a settembre (eppure lei aveva inizialmente annunciato che non ci sarebbe stata, in quanto “non più credibile in quel ruolo“), ha detto, tra il serio e il faceto: “Ormai con il fatto che in corsa entrano nuovi personaggi, il Grande Fratello può durare anche due anni. Io avevo proposto di mettere una donna al primo mese di gravidanza e di farla partorire nella casa, però mi hanno detto che era troppo rischioso“.
E così scoprimmo la saggezza del Gf Vip, che nella sua storia si è invece fatto notare per scelte molto spesso mirate a destare clamore, da Lory Del Santo che nel 2018 decise di entrare nella Casa di Cinecittà nonostante il recente lutto del figlio, all’ingresso del primo concorrente trans nel 2009 o ancora al primo gieffino nero nel 2011. Ma l’elenco sarebbe lunghissimo. Da qualche tempo la situazione è cambiata e la saggezza dimostrata dal Gf (chi l’avrebbe mai detto che un giorno avremmo scritto nella stessa frase le parole ‘Gf’ e ‘saggezza’) ne è una spia. E il discorso è generale e non riguarda solo il Grande Fratello Vip o il genere dei reality.
La tv non sa più scandalizzare, meglio i social
Se vuoi scandalizzare, la tv non è più il luogo giusto per te. Intendiamoci, a maggior ragione in questo periodo storico dove domina la iper-suscettibilità, anche il più innocuo siparietto tv desta clamore (il carrello della spesa di Detto Fatto vi ricorda qualcosa?), ma la differenza rispetto al passato è che la televisione ormai subisce i casi e non riesce più a crearli volontariamente (come quando La Vita in diretta si collegava dalla sala operatoria in cui era in corso un parto o Striscia la notizia mandava in onda il video messaggio di Michelle Hunziker in travaglio). E non è una differenza da poco.
È il segno dei tempi, è un passaggio di consegne. Ora sono i social il territorio fertilissimo per chi vuole trasgredire e per chi punta a far sì che la sua trasgressione si trasformi in notizia, in tendenza (le challenge di Tik Tok sono l’esempio più facile), in fenomeno. Mentre alla tv spetta il compito di raccontare – quasi sempre con un delay importante, quasi sempre con tono moraleggiante – quanto di scandaloso va in scena su quel postaccio che prende il nome di social che poi tanto diverso dalla Casa delle prime edizione del Grande Fratello forse non è.