In questi giorni si è parlato tantissimo di una puntata de Il Muschio Selvaggio, podcast in formato video condotto dal cantante Fedez e da Luis Sal, in cui il marito di Chiara Ferragni ha dichiarato di non conoscere Giorgio Strehler dopo che era stato nominato dal suo ospite, Gerry Scotti (“Chi c… è Streller?“).
Il popolare conduttore di game show su Canale 5 (a proposito, a quando un Sanremo almeno come ospite?) non si è scomposto: “Si tratta di uno dei più grandi registi e attori italiani“. Il web invece si è scomposto eccome, non perdonando quello che è stato interpretato come un’ostentazione di ignoranza. La giurata di Ballando con le Stelle Selvaggia Lucarelli, che già aveva criticato Federico Lucia per aver pubblicato online le proprie sedute dallo psicologo, ha tuonato: “Chi ca…o è STRELLER raga? Solo il più grande regista teatrale, colui che ha dato il nome allo storico teatro della tua città”.
La notizia è stata ripresa da molte testate parlando addirittura di “scivolone”, ma a questo punto viene da porsi una domanda: per quale motivo Fedez, un cantante di 33 anni, avrebbe dovuto sapere chi fosse Strehler? Con tutto il rispetto per il diretto interessato, si tratta di un nome che a livello mainstream viene sciorinato nei coccodrilli degli artisti (ovvero i servizi giornalistici su un personaggio famoso appena defunto), preceduto ovviamente dall’immancabile aggettivo qualificativo “grande“. L’importante è parlarne bene, non serve sapere cosa abbia fatto. Come ha detto una volta Aldo Cazzullo sul Corriere “Oggi si cita, non si legge più”. Pensate, sui media si parla di nuovo di teatro solo per il ritorno di Barbara d’Urso con lo spettacolo Taxi a due piazze.
Se proprio vogliamo essere severi con Fedez diamogli pure due aggravanti: possibile che il conduttore di LOL – Chi ride è fuori non abbia mai sentito dire da Virginia Raffaele nei panni di Ornella Vanoni “Ho fatto l’amore con Strehler e Gino Paoli“? Moltissimi giovani sicuramente hanno assimilato questo nome proprio grazie alla comica romana. Inoltre, come molti hanno ricordato, l’intitolazione del Piccolo Teatro a Giorgio Strehler, peraltro da tempo la sede del MixFestival, storica rassegna di cinema e cultura LGBTQIA+, comunità che il cantante ha appoggiato strenuamente durante l’iter dell’approvazione del ddl Zan contro l’omolesbobitransfobia.
Scherzi a parte, questa shitstorm possiede i connotati dell’assurdo: sembra che nella nostra società sempre più competitiva occorra sapere tutto. Guai a chi dichiara di non conoscere un regista teatrale, scatta immediatamente la sanzione sociale. Umberto Eco diceva: “Per me l’uomo colto non è colui che sa quando è nato Napoleone, ma colui che sa dove andare a cercare l’informazione nell’unico momento della sua vita in cui gli serve, e in due minuti”.