Rai, lo scontro Fuortes-Orfeo, lo scenario
Una netta diversità di idee alla base della decisione dell’amministratore delegato della Rai di revocare l’incarico a Mario Orfeo, i dettagli
Forse mancava giusto Jep Gambardella nel gruppetto di dirigenti Rai che si sono incontrati proprio nei pressi della sede della tv pubblica a viale Mazzini, in un pomeriggio di fine primavera, dopo che a uno di loro era stata comunicata la decisione di togliergli il proprio incarico. Una scena con protagonisti Mario Orfeo, Marcello Ciannamea, Stefano Coletta, Felice Ventura e Marco Brancadoro, che ha il sapore della grande coesione della gente Rai e di come chi viene da fuori venga vissuto come un elemento straniero, che poco ha a che fare con quello che la Rai è per chi ne è parte integrante da tempo. Carlo Fuortes, da un annetto in sella al cavallo di viale Mazzini, come per altro tanti suoi predecessori, venendo da realtà esterne alla tv di Stato, cerca di imprimere le proprie idee su quello che la Rai alla fine della fiera è, cioè un’industria audiovisiva, la principale del nostro paese, che produce programmi. Perchè come ha detto spesso uno dei più grandi dirigenti della televisione pubblica, la Rai è quello che manda in onda.
Spesso è difficile fare questa operazione senza poter mettere mano a ciò che effettivamente va in onda e se l’intrattenimento è un genere che incide poco (anche se non è proprio così e ci sarà tempo e modo per tornarci sopra) sull’opinione politica degli italiani, è nell’approfondimento giornalistico che si gioca la partita più importante in questo senso, anche e sopratutto visto che nella prossima primavera ci saranno le elezioni politiche in Italia. Chiaro dunque che per gli appetiti di un’azienda radiotelevisiva controllata dai partiti per legge, tutto questo ha una sua importanza.
Il direttore della divisione in oggetto, Mario Orfeo, aveva delle idee chiare al riguardo, ovvero che alcuni dei principali programmi giornalistici della Rai dovessero essere rinnovati. Nella fattispecie si parla di Carta bianca, il talk, anzi l’unico talk di prima serata della Rai condotto da Bianca Berlinguer il martedì sera su Rai3, oggetto nei giorni scorsi di varie polemiche e di Report, il programma diretto e condotto da Sigfrido Ranucci. Ma il rinnovamento che si chiedeva riguardava un po’ tutta l’offerta giornalistica dei programmi già in essere della televisione pubblica, ivi compreso l’Anni 20 della Rete 2, che per altro avrà un nuovo programma con Ilaria D’Amico in prime time.
Sappiamo tutti che Bianca Berlinguer è molto affezionata all’attuale formula di Carta bianca, ivi compreso lo spazio iniziale con l’amico Mauro Corona, per altro il più visto della puntata del programma. Inoltre pure Report ha una sua formula e dei suoi contenuti molto caratterizzanti e che attraggono un pubblico alto il lunedì sera su Rai3. Su questi temi pare sia nato un confronto serrato fra Fuortes ed Orfeo, sfociato poi con la decisione dell’amministratore delegato di viale Mazzini di revocare l’incarico di capo del dipartimento approfondimenti giornalistici all’ex direttore generale della tv pubblica.
Una decisione questa di Fuortes molto pesante, in quanto si parla appunto di sollevare dal suo incarico non un dirigente qualunque, ma un suo predecessore. Un po’ come se Maurizio Molinari decidesse di non far scrivere più editoriali su Repubblica ad Ezio Mauro. Evidentemente la decisione, questa decisione di Fuortes, potrebbe essere anche un segnale su quanto uscito su vari organi di stampa, ultimamente anche vicini al governo, rispetto alla sua “debolezza” e al fatto che sarebbe in uscita dalla Rai, per un fantomatico raffreddamento di Palazzo Chigi nei suoi confronti, cosa per altro smentita da fonti vicine al governo.
Ecco dunque che questo tipo di prova di forza dell’amministratore delegato della Rai possa servire non solo per sanare la disputa editoriale in corso fra lui ed Orfeo sul campo dei talk della tv pubblica, ma anche per far capire che è ancora saldo in sella al cavallo di viale Mazzini. Per altro Fuortes sarebbe stato consigliato in questo senso da persone a lui vicine in Rai, come il dirigente di lungo corso Giuseppe Pasciucco. L’AD poi si sarebbe sentito con esponenti del governo, si parla del consulente economico Francesco Giavazzi, che gli avrebbe dato una sorta di via libera. I partiti però che fanno parte dell’attuale coalizione governativa, un po’ tutti, hanno espresso dissenso rispetto alla decisione di Fuortes di rimuovere Orfeo. Dunque questa decisione dell’attuale AD Rai, a lunga scadenza (tradotto dopo le elezioni quando i partiti dovrebbero tornare al centro della scena politica nazionale) potrebbe essergli fatale.
In uno scenario come questo ora andrà decisa la nuova collocazione di Mario Orfeo, che di certo non se ne starà con le mani in mano fino alle prossime elezioni politiche. Si parla di un interim per la direzione approfondimenti giornalistici ad Antonio Di Bella, che conserverebbe dunque anche il suo attuale incarico di capo del day time. Ma circolerebbe anche l’ipotesi di un incarico pieno ai talk a Di Bella, con Orfeo al day time, oppure di un più probabile ritorno dello stesso Orfeo al Tg3 ora guidato da Simona Sala, in crisi di ascolti, o ancora -parole in libertà- lo scambio Vianello-Orfeo, il primo ai talk e il secondo ai Giornali radio.
Insomma tutta una vicenda questa il cui prossimo step sarà in Commissione di vigilanza quando Carlo Fuortes dovrà riferire rispetto a questa sua decisione, vedremo che succederà.