Eurovision 2022, la Kalush Orchestra vende il trofeo per comprare droni: EBU non commenta
La Kalush Orchestra mette all’asta il trofeo dell’Eurovision Song Contest 2022 e dona i proventi all’esercito ucraino. EBU ha niente da dire?
A due settimane dalla vittoria dell’Eurovision Song Contest 2022 con Stefania, la Kalush Orchestra – in gara per l’Ucraina – ha messo all’asta il trofeo, ovvero l’ambito microfono di cristallo che viene consegnato ai vincitori, e alcune ‘memorabilia’ dell’esperienza torinese, come il cappellino rosa del frontman. Il ricavato è stato devoluto a un’associazione per l’acquisto di droni da destinare alle truppe ucraine impegnate nel conflitto contro la Russia. Un uso senza dubbio ‘inedito’ del trofeo dell’ESC per la quale ci si attende, in qualche modo, un cenno da parte dell’organizzazione se non proprio dall’EBU, l’Unione dei Servizi Pubblici europei che promuove l’evento. E i suoi valori.
Ricordiamo, per quanto siano passati solo pochi giorni dalla 66esima edizione dell’Eurovision che il brano della Kalush Orchestra ha conquistato la vittoria a Torino grazie al televoto e non senza polemiche, visto che per molti si è trattato di un esito scontato e ‘favorito’ (incredibilmente si è usato anche il principio del ‘vantaggio’) dalla guerra in corso dallo scorso febbraio a seguito dell’invasione russa ai danni dell’Ucraina. Lo scandalo del presunto voto di scambio tra giurie nazionali ha finito per rendere ancora più torbida questa edizione già piuttosto difficile.
Il massiccio televoto a favore dell’Ucraina è stata sicuramente una manifestazione simbolica della vicinanza del pubblico alla causa ucraina, a ormai 4 mesi dall’inizio del conflitto. Non ci si aspettava, però, che il trofeo diventasse un modo per raccogliere soldi a favore delle truppe impegnate al fronte, sia regolari che volontarie.
Il microfono di cristallo, infatti, è diventato il punto forte di un’asta online (che potete rivedere su Youtube) ‘organizzata’ da un’associazione volontaria che raccoglie e smista forniture e approvvigionamenti per la Fanteria ucraina e per i volontari impegnati nella resistenza: a coordinarla fin dall’inizio della guerra c’è l’attore e conduttore Sergey Pritula, popolare in patria per i suoi show e anche per aver tentato la carriera politica prima per entrare in Parlamento nel 2019 quindi come candidato al Comune di Kiev nel 2020. È stato lui a far da banditore all’evento: più che la sua popolarità attoriale è stato soprattutto il ruolo di coordinatore dell’associazione a portarlo a gestire l’asta. Stando a Sky News, la vendita dei vari oggetti ha fruttato 500 Ethereums, ovvero circa 900.000 dollari al cambio attuale: l’offerta vincente, in criptovaluta, è stata infatti piazzata da WhiteBit, una società di scambio di criptovalute fondata in Ucraina e tra le più grandi d’Europa.
I proventi dell’asta saranno usati per acquistare un sistema di droni PD-2, che comprende tre aerei e una stazione di controllo a terra. Si tratta di una soluzione che – come si legge sul sito che li promuove – è “approvata da militari per militari“. Non si tratta di armi di offesa in senso stretto, ma sono senza dubbio strumenti di sorveglianza e di controllo che verranno acquistati e donati alle forze armate ucraine impegnate nel conflitto contro la Russia. Una iniziativa che per quanto ‘comprensibile’ nel contesto di riferimento, non sembra essere molto ‘in linea’ con lo spirito di pace, condivisione, inclusione, partecipazione che l’Eurovision Song Contest porta con sé dalla sua fondazione. E mai come quest’anno i principi della ‘condivisione pacifica’ e dei valori condivisi sono stati ribaditi da ESC – ed EBU – più volte, in primis quando la Russia è stata esclusa dalla competizione canora – arrivando poi alla sospensione delle tv pubbliche dall’EBU anche se le stesse nel frattempo si erano già auto-escluse – e poi nel commentare la richiesta di aiuto per Mariupol lanciata dalla Kalush Orchestra in diretta tv durante la Grand Final, definita da ESC ed EBU un “appello umanitario” e non politico, visto che quest’ultimo specificatamente vietato dalle regole della competizione e avrebbe potuto portare a una squalifica dalla gara.
A oggi non c’è stato nessun commento ufficiale da parte di ESC ed EBU circa l’uso del trofeo da parte dei vincitori. Intanto si guarda alla prossima edizione: sono in corso contatti ufficiali tra ESC e il governo ucraino per l’organizzazione in Ucraina della 67esima edizione. Ci si augura di poterla ospitare a Mariupol, ma – come già detto – non si escludono soluzioni alternative.