Alfredino Rampi, profanata con svastiche la tomba del piccolo di Vermicino
La tomba di Alfredino Rampi è stata profanata con insulti e svastiche: nessuna pietà per il bimbo morto a Vermicino dopo tre giorni di agonia (anche tv).
È stata profanata la tomba di Alfredino Rampi, il piccolo di Vermicino caduto in un pozzo artesiano nel 1981 e rimasto tra la vita e la morte per tre giorni in diretta tv. Sulla lapide, su cui campeggia quello scatto che è rimasto nella memoria degli italiani, sono state scritte frasi ingiuriose e sono state disegnate ben undici svastiche. Un gesto non solo incompensibile per la sua stessa natura, ma ancor più inimmaginabile perché ha colpito il luogo del ricordo di un bimbo di 6 anni morto sotto gli occhi dei genitori e di una Nazione intera.
La vicenda di Alfredino Rampi ha segnato la storia della televisione in Italia: la copertura in diretta no-stop su Rai 1 e Rai 2 per seguire minuto per minuto le operazioni di salvataggio, che si sperava potessero riportare alla luce quel bambino smagrito di 6 anni caduto in circostanze mai chiarite in un pozzo artesiano profondo oltre 60 metri, hanno rappresentato un punto di non ritorno nel racconto di cronaca. I telespettatori hanno seguito col fiato sospeso i tentativi di recuperare il ragazzino, tra errori marchiani e dedizione sovrumana. Tutto è finito nel peggiore dei modi all’alba del 13 giugno 1981, dopo tre giorni di delirio e di angoscia. Una tragedia che lo scorso anno, in occasione del 40esimo anniversario della tragedia, è stata portata in tv con Alfredino – Una storia italiana, miniserie prodotta da Sky Cinema e Lotus Produzioni con Anna Foglietta nel ruolo della mamma di Alfredino, Franca Rampi. Una donna rimasta fino all’ultimo accanto al figlio, lottando con le trivelle che dovevano servire a salvarlo e che invece lo fecero precipitare ancor più nelle viscere della terra, e che oggi si ritrova anche a subire l’offesa della profanazione della tomba che accoglie non solo Alfredino ma anche l’altro suo figlio, Riccardo, scomparso nel 2015 a 36 anni per un infarto.
Un dolore infinito, che qualcuno ha deciso di rendere ancor più insopportabile. Chissà che non si arrivi in questo caso a individuare i responsabili di questo gesto davvero vergognoso, avvenuto in un giorno di maggio nel cuore del cimitero monumentale del Verano a Roma.