Fuortes: “Talk show non è il format ideale per l’approfondimento giornalistico. Sangiuliano? Seguite le regole aziendali”
In Commissione di Vigilanza l’ad Rai Carlo Fuortes è tornato a parlare dei talk show e ha spiegato quanto è avvenuto con il direttore del Tg2.
“Penso che il format talk show per l’approfondimento giornalistico, in un’azienda che fa servizio pubblico, non sia il format ideale”. Afferma così l’amministratore delegato Rai Carlo Fuortes, ascoltato ieri sera dalla Commissione di Vigilanza Rai, dove ha risposto anche di quanto avvenuto nei giorni scorsi con il direttore del Tg2 Gennaro Sangiuliano, in relazione alla sua partecipazione alla conferenza programmatica di Fratelli d’Italia.
Sui talk show l’ad Rai ha ribadito innnanzitutto che con il consiglio d’amministrazione e con il direttore degli approfondimenti, ovvero Mario Orfeo, si sta valutando una policy da introdurre per regolare la presenza degli opinionisti, specificando di essere favorevole alla mancata remunerazione della partecipazione di un giornalista (“personalmente io penso che, in generale, un giornalista che partecipa a un talk non debba ricevere un emolumento”).
Fuortes ha posto poi un interrogativo circa la bontà di affidare l’approfondimento giornalistico al genere talk:
Negli ultimi decenni c’è stato un abuso di questa forma, che invece è molto adatta all’intrattenimento, per esempio. […] L’idea di chiamare giornalisti, operatori, intellettuali, scienziati a parlare, – posso dire? me lo passate? – a improvvisare su qualsiasi tema, io non credo che possa veramente fare un buon servizio pubblico. […] L’approfondimento è l’opposto dell’intrattenimento tra persone che parlano un po’ di tutto.
Ad aggravare la situazione secondo l’amministratore delegato Rai sarebbe anche il contesto di prima serata, dove pesa maggiormente la competizione in termini di ascolti con i competitor:
In prima serata ci sta la concorrenza, c’è lo share. Io ho avanzato molti dubbi che lo share debba essere l’unico parametro che valuta i nostri programmi. Non deve essere così perché alcuni programmi non possono essere misurati solo in termini di share.
Fuortes ha infine aggiunto al riguardo:
Vi assicuro che ci sarà la massima attenzione, anche in discontinuità con il passato, sui prossimi palinsesti. La nuova organizzazione per genere ci dà la possibilità di avere questa discontinuità.
Sul caso Sangiuliano, l’ad ha spiegato di aver concesso l’autorizzazione per moderare un dibattito, cosa che invece non è poi avvenuta con l’intervento del direttore del Tg2 sul conservatorismo:
Il direttore Sangiulano ha fatto la richiesta per la moderazione a un dibattito per la conferenza programmatica di Fratelli d’Italia. Io ho parlato anche con il direttore Sangiuliano. Lui ha detto ovviamente che non era una moderazione. Come accade in un qualsiasi azienda, perché l’Italia per fortuna è uno stato di diritto, io ho seguito le regole aziendali e ho mandato quindi al RUO (Risorse Umane e Organizzazione, ndr) la richiesta di verificare quello che è accaduto ed eventualmente di procedere di conseguenza. Lui ovviamente chiederà spiegazione al direttore che le dovrà dare nel tempo stabilito e poi vedremo a che tipo di risultato dovremo arrivare.