Le Iene, la cura Mammucari (e non solo) funziona: la crisi è alle spalle
Gli ascolti sono in risalita, le puntate sembrano ‘girare’ meglio, l’atmosfera è meno cupa. Le Iene hanno superato la crisi?
Sarà merito della cura Mammucari (no, non siamo sessisti, semplicemente riteniamo che l’apporto di Belen Rodriguez sia stato meno decisivo), saranno i cambiamenti nell’impaginazione delle singole puntate, sarà la revisione nella scelta dei contenuti, sarà il singolo (e non più doppio) appuntamento settimanale, sarà quel che sarà, ma la sensazione è che Le Iene si stiano lentamente ma progressivamente mettendo alle spalle la crisi vissuta negli ultimi tempi (ne avevamo scritto, in un articolo dedicato anche a Striscia la notizia – perché, per dirla in maniera forse un po’ grossolana, ma sicuramente efficace, Fedez docet nel suo podcast Mucchio Selvaggio Le Iene “sta facendo la fine di Striscia la notizia, sta invecchiando“).
I dati Auditel sembrano corroborare tale sensazione, considerando che la puntata di mercoledì scorso è stata vista da 1.530.000 con share appena sotto il 10% (9,96 per la precisione) – il dato supera il 22% nella fascia 15-34 anni. La crescita di ascolti, come sempre, non è legata ad un singolo motivo, ma ad un insieme di fattori. A partire dalla concorrenza più debole rispetto al passato, quando Le Iene, collocato sempre su Italia1 ma in altre serate, faticava nel confronto diretto con Il Collegio, programma di Rai2 molto performante (nelle prime edizioni, soprattutto) nel pubblico più giovane oppure quando doveva vedersela con il ‘nemico’ interno del Grande Fratello Vip.
Inoltre, ad influire positivamente sono certamente la scaletta cadenzata da servizi più brevi (tendenzialmente dieci a puntata e ormai quasi mai in versione ‘lenzuolata’), il ridimensionamento di determinati argomenti (il covid, in primis, o la guerra, che non supera praticamente mai i due servizi a puntata), la conduzione fissa – soluzione preferita rispetto a quella a rotazione sperimentata in autunno e che in teoria avrebbe dovuto agevolare il feeling con un pubblico extra televisivo -, l’incremento dei momenti comici (dagli scherzi telefonici di Mammucari ai Mean Tweets – presi dall’estero -) e gli innesti di forze fresche come Max Angioni ed Eleazaro Rossi che garantiscono anche un maggiore spazio per lo studio. E il risultato, in definitiva, è un’atmosfera meno cupa per la trasmissione di Davide Parenti in onda ormai da 25 anni.
Per carità, restano difetti e debolezze, dall’eccesso di monologhismo (i ted nella televisione generalista funzionano meno che sulle piattaforme e Le Iene vanno in onda sulla tv generalista, mica sui social o sugli Ott) alla difficoltà di incidere sull’agenda mediatica come un tempo, nonostante un’attenzione sempre molto accesa su attualità, temi divisivi e storie di impatto.